lunedì 5 gennaio 2009

Puzzeremo come le palle di un barbone..

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Una delle nazioni appartenenti al G8, una degli stati industriali economicamente più influenti pur non avendo mai ricoperto ruoli primari è sull'orlo del burrone: l’Italia è prossima al tracollo finanziario, come annunciato da molti politici che hanno espresso estremo timore riguardo la terribile crisi finanziaria che sta influenzando tutti i settori della malata economia italiana.

Si diceva un tempo che l'economia del Belpaese era estremamente legata a quella della sua azienda più rappresentativa, la FIAT che adesso versa in stato comatoso e che se non trova una patnership o un acquirente sarà data per fallita. A Torino, quella che era un tempo la capitale europea dell'automobile si respira questo natale una strana aria, con la chiusura di metà delle aziende medio-piccole dipendenti dalla crisi dell'industria dell'automobile e la cassa-integrazione -quando possibile- dei suoi operai o impiegati.

Le televisioni accennano limitatamente alla crisi, per evitare di creare sensazioni di panico che non farebbe altro che aggravare la salute dello stato. L'invito del premier nostrano a spendere di più ha una conseguenza logica in questo, ed è facile intravedere i sottili risvolti di queste dichiarazioni. Facciamo noi, per il nostro stato, come la benzina per una enorme macchina economica, e nonostante impoveriti e bistrattati, ne siamo fondamentali per poter andare avanti.

Ci hanno tolto tutto ma ora se non vogliamo affondare dobbiamo offrire quel che ci rimane, e chissà se in futuro, come già successo in epoca fascista, ci verranno a chiedere orologi e gioielli, per poter sovvenzionare uno stato di crisi senza fine, un baratro tubolare ciclico e continuo.

Abbiamo poche cose da offrire, e poche da comprare. Abbiamo festeggiato il natale al meglio che potevamo ma potrebbe essere l'ultimo natale ricco per un bel po di tempo.

Apparentemente al sicuro, anche tu che leggi queste righe da un momento all'altro potresti essere colpito da questo cataclisma economico in arrivo, lo tsunami che ci travolgerà tutti.

“Il rischio di bancarotta per la nostra economia nazionale dovrebbe essere considerato reale” ha affermato il Ministro del Welfare Maurizio Sacconi, innescando l’allarme con altri politici in un programma televisivo che trattava della crisi economica mondiale settimane fa. “Una prospettiva di bancarotta è ancora più temibile di una recessione” ha messo in guardia Sacconi, vicino al Primo Ministro italiano ovvero Silvio Berlusconi.

“Il tracollo del sistema finanziario mondiale potrebbe impedire allo stato italiano di pagare pensioni e stipendi agli impiegati pubblici” ha aggiunto poi, in contrapposizione alle bugie del suo compagno di coalizione ovvero Tremonti che ha dichiarato che “l’Italia ha un’economia molto forte. Il debito nazionale è assolutamente stabile ed è garantito dallo stato”.

“Insomma, l’Italia è in forma molto migliore di quel che si creda”, secondo il nostro governo, ma non secondo gli analisti ed il debito pubblico, ingigantitosi di 50 miliardi di euro e rotti nel solo anno appena passato, per una cifra totale che si conferma il terzo maggior debito pubblico nel mondo. Nel 2009 secondo le previsioni dovrebbe toccare quota 1900 miliardi di euro, una cifra sempre più imbarazzante quanto irrecuperabile.

Insomma, non so se vi è mai successo di avere la consapevolezza di affondare, di non avere più soldi, di non vedere uno sbocco e cercare di tamponare quel che si ha senza fare sapere nulla agli amici, parenti, figli o genitori che siano. La nostra nazione è conscia di questo? Il popolo non sa nulla, i nostri governanti sempre di più corrono ai ripari cercando di salvare il loro brutto e peloso culo rincoglionendoci con la televisione, senza alcuna menzione in merito per evitare che si sparga troppo la voce. Perchè poi si sa che se non esiste in TV allora è una notizia falsa.

Dicevamo che a novembre, il Presidente del Consiglio Berlusconi ha chiesto agli italiani di non allarmarsi e di non ridurre senza motivo la spesa dei beni di consumo, che come ha detto porterebbe le aziende a produrre meno, tagliare posti di lavoro ed aumentare la disoccupazione.

Io appena sentirò scricchiolare il tetto mi chiudo in casa e la riempo di viveri per i tempi a venire, come quando negli anni ottanta circolavano le voci su un nuovo conflitto mondiale.

Berlusconi ha inoltre annunciato che il governo adotterà una serie di misure per “fronteggiare la crisi nell’economia reale, incluse azioni per sostenere le famiglie.”

Infatti poi ha tirato fuori la social card, ovvero una tessera magnetica per i poveri dove arrivano gli accrediti di aiuto. Soluzione ingegnosa ma insensibile perchè molte persone si vergognano di far la spesa con tale carta. Io ci manderei al loro posto quella faccia di legno di suo figlio.

Una notizia dai sindacati italiani rilasciata nel mese scorso ha mostrato un calo costante dell’occupazione, con un milione di nuovi disoccupati stimati per la fine del 2009. Sono cifre anzi contenute, si prospettano invece addirittura il doppio.

Per i giovani il lavoro fisso ormai sembra una chimera, specie se non vogliamo ovviamente considerare come tale lavorare come commesso in un negozio, un McDonalds o un call center.

Aziende come la Telecom, che da lavoro a quasi settantamila persone ha annunciato tagli di personale di circa quattromila dipendenti nel corso di quest'anno e quelli seguenti. Sono misure attuate per ridurre il debito, e non per incrementare i guadagni o perchè queste persone erano di troppo.

"In Italia non c'è più lavoro, e quello che rimane se lo inculano i marocchini" dice la gente. Non è proprio cosi, il lavoro lo si può trovare, ma devi avere alcuni attributi fisici: giovane, dai 25 ai 35, uomo, prestante o perlomeno non un rudere. Le persone più anziane non trovano un cazzo, i giovanissimi vanno nelle cooperative maledette perchè sono le uniche che li prendono a poco e se ne fregano del loro curriculum nullo. Le donne poi, volendo non possono più nemmeno fare le puttane perchè la Carfagna ha trovato il modo per accentrare il potere della prostituzione attorno ai grossi papponi ed evitare che poveracce o gente in proprio possano creare una mancanza di guadagni all'industria della prostituzione, che come sempre risponde ai potenti, che siano mafiosi o politici è un dettaglio in quanto facenti parte dello stesso schieramento.

Insomma, abbiamo davanti questi scenari, peraltro già molto attuali.. ma cosa ne penserà l'Europa di noi?? Se avete mai viaggiato saprete come l'italiano viene considerato oltre che mafioso anche becero ed ignorante, in puro stile parodistico ma per certi versi calzante. Come mai?
Non ci renderemo conto della crisi fino a quando vedremo i prodotti nei negozi schizzare alle stelle e la nostra azienda sbatterci a casa. A quel punto, dopo un bel mattone di marmo sul naso ci sveglieremo, troppo tardi per fermare la ruota, troppo tardi per fermare la classe dirigente in fuga dal paese con il nostri beni. In quel momento per l'europa unita non saremo altro che un sacco di spazzatura, pesante e fastidioso. Insozzeremo cosi sempre più la Comunità Economica Europea, che ci seguirà nella crisi rischiando anch'essa il crollo. Puzzeremo come le palle di un barbone, e come tristi mietitori di un sogno oramai svanito osserveremo quel che resta della nostra patria con indifferenza. Come sempre d'altronde..

(danleroi)




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