sabato 31 gennaio 2009

L'innovazione nel contesto videoludico moderno.

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Shadow of the Colossus (ICO 2) di Fumido Ueda

La creatività e l'innovazione nel contesto videoludico moderno sotto certi aspetti è una delle utopie maggiori espresse dall'utenza del settore, sempre rincorsa a gran voce e perennemente mai in arrivo evidente. Scende a tratti, goccia per goccia, e quando arriva spesso e volentieri non viene nemmeno notata per tale o presa in considerazione, ma scartata come la più becera delle idee strampalate. A volte è la critica stessa a non accorgersi dei titoli portatori di quella stilla di saggezza in grado potenzialmente di cambiare il volto all'intero settore. Il che è piuttosto grave, visto che tal critica dovrebbe rappresentare la parte più intellettuale dell'utenza, a volte quella più matura e coordinata. Invece cosi non è, infatti sappiamo tutti come la critica spesso sbagli ed esageri nei giudizi o perpetui strani favoreggiamenti a favore di alcuni rispetto ad altri. Anche in campi diversi, come quello cinematografico per citarne uno piuttosto vicino di connotati a quello videoludico, accade la stessa cosa. Purtroppo un giudizio non è sempre facile da formulare, un po per certe questioni di etichetta ed un po perchè condizionati da alcuni fattori secondari. Ne parleremo ovviamente più avanti in una sezione che sto componendo a giorni contro la critica di settore, con prove evidenti di parzialità e sopratutto strane anomalie nei giudizi.

Quest'oggi vorrei invece soffermarmi sul concetto di innovazione per il quale viene giudicato un titolo portatore di certe qualità inedite rispetto ad altri o semplicemente se realmente questo possiede certe qualità o meno. I titoli che prendo in esame sono i più conosciuti, come Braid, Metal Gear ed ICO, tralasciando Little Big Planet in quanto evidentemente al di fuori dai connotati artistici e da una qualsivoglia innovazione, e per questo ne discuteremo sicuramente più avanti.
Quindi, partiamo dal presupposto iniziale che l'innovazione nel contesto videoludico odierno non è facile da tirare fuori. Questo dipende da molti fattori ovviamente, al quale possiamo considerare tra le principali peculiarità da non sottovalutare, la caratteristica più importante in assoluto:il budget finanziario a disposizione del progetto e la fiducia del producer verso il developer. Ogni limitazione di budget paradossalmente è una componente tecnica in meno sul risultato finale. La bella grafica fa gola a tutti, ma fortunatamente nel concetto stesso di videogame quel che la fa da padrone per antonomasia è il gameplay. La critica, come buona parte dell'utenza solitamente di origini pcistiche o semplicemente giovani inesperti o immaturi, invece tiene erroneamente in grande considerazione questo parametro superficiale che comunque finirà prima o poi per inficiare sulla valutazione critica del prodotto decretandone parte del successo o meno. Questo errore storico diciamo, causato dal basso budget è la prima causa d'incomprensione verso un prodotto portatore di innovazione, visto che a volte, ma piuttosto frequentemente, un titolo del genere tecnicamente è sottotono.

Quando invece riesce ad essere accettabile le cose cambiano vertiginosamente: Prendendo in esame titoli come Braid, spacciati per estremamente innovativi, possiamo notare come tutto il giro di vite si basa esclusivamente sulle possibilità espresse dal classico rewind video, reso più difficoltoso dalla mancanza anche a volte assurda di una di aiuti o indicazioni. Questo titolo da Live Arcade è stato in seguito spacciato per capolavoro e geniale, ma quanto realmente ha proprie queste abilità? Non è che la mancanza totale di idee del momento rende questo piacevole esperimento un qualcosa da elogiare più del dovuto?
La grafica del titolo, come potete vedere in foto è qualcosa di straordinariamente armonioso ed al tempo stesso originale, che unito ad una componente di gioco ufficialmente mai vista prima, ha portato molte persone a ritenere questa produzione come un must, simbolo dell'innovazione videoludica e del genio del suo creatore. Lasciando da parte il suo gameplay, sostanzialmente un puzzle game travestito da platform, è interessante notare come tutto questo clamore avrebbe avuto ben altra considerazione se l'autore non avesse puntato s'uno stile grafico differente. Questo perchè le proprietà intellettive dello scorrere del gioco non hanno alcun senso qualitativo se non una comunissima risoluzione a rebus dell'intermedio, tramite il citato rewind video, vero perno dove l'opera gira a dire il vero anche fruttuosamente. L'intera essenza dell'opera decantata ad arte ruota attorno ad un quadretto pastellato, una storia raccontata in testo scritto ed un level design difficile da interpretare più per mancanza che per qualità. Il prodotto ha ricevuto molti elogi da pubblico e addetti ai lavori, in netto contrasto con altre produzioni scartate bellamente o poco considerate.
Questo perchè come dicevo a volte capita che la critica loda oltremisura alcuni titoli.. Braid è uno di questi, visto che oltre tutto è anche piuttosto breve (cinque livelli) oltre che caruccio rispetto altre produzioni per il digital delivering (disponibile via download sul marketplace Xbox 360 a circa 15 euro).

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Braid di Jonathan Blow

A queste ragioni se la critica doveva davvero rappresentare una sorta di "guida per gli acquisti" dubito che Braid poteva ambire ad un voto superiore ad un "otto" pieno. Perchè anche se la sua qualità intrinseca è fuori di discussione, è comunque mantiene un certo grado di novità, ma non è un titolo da 9,5 in pagella, che quindi significherebbe chiaramente un titolo consigliato a tutti quando invece non è cosi in quanto per un utente medio risulterebbe difficile, privo di indicazioni, e breve. Insomma come investimento non è certo il massimo, ma infine quanto lo apprezzerebbe la gente poi, è quanto ripaga della spesa? Poco, perchè molti acquirenti non sarebbero in gradi di completarlo o comprenderlo, e nello stesso tempo il suo valore ed il grado d'innovazione improntata non è cosi marcato da lasciare il segno in chicchessia. Il valore artistico di Braid quindi coincide più che altro con un assioma di novità di gameplay aggiunto ad un corredo cosmetico di buon valore. Null'altro, solo questo. Che ovviamente non è poco, ma nemmeno quella perla per il quale è stato fatto passare.

Prendendo in esame invece i titoli rilasciati da Sony per opera di Fumido Ueda come Shadow of the Colossus ed Ico sono senz'altro incredibili quanto magnifici, innovativi, geniali, artistici sin dal tratto ed in ogni parte o dettaglio.
Il suo autore ed il team correlato sono stati superlativi per le opere composte e per le atmosfere, quanto un gameplay brillante e geniale, sopratutto nel monumentale Shadow of the Colossus, esclusiva Sony per la sua PlayStation 2, che meriterebbe una intera descrizione che presto mi accingerò a svolgere.
Si sa che il team di questo geniale autore attualmente è in lavorazione sul prossimo capitolo di ICO, ma quali saranno le peculiarità di questo ancora non si sa. Necessariamente potrebbe anche non essere un capolavoro paragonabile agli altri due, questo perchè per quanto considerato da tutti geniali le sue opere un autore non riesce sempre a creare un qualcosa di innovativo ogni volta. Chissà infatti per ICO 3 potrebbe optare su un congiungimento dei due titoli precedenti, oppure su qualcosa di particolarmente nuovo ma necessariamente non cosi riuscito come in passato. Insomma il percorso dell'innovazione non passa sempre dagli stessi punti, anche perchè la sua via non combacia necessariamente con quella del genio. Poi può avere un valore nel caso di un bel bouquet occasionale e non sfruttabile come Braid, ed un altro invece nel caso si tratti di produzioni capaci di lasciare il segno e creare un percorso, come per esempio i due Ico, capacI di allargare maggiormente il tiro verso una terza evoluzione di gameplay, quella artistica-fotografica, in verità poi mai riuscita (ma non per colpa loro).

A questo punto viene da chiedermi: secondo voi cosa viene più utile per il futuro del videogame, nuovi metodi di intendere un gameplay oppure nuove ambientazioni e connotati artistici che esulano parzialmente dall'aggiornamento del gameplay? Meglio una creatività attiva quindi sul gameplay oppure una passiva, su sensazioni, trama, atmosfere, fotografia ed emotività di fondo? Rispondere entrambi non guasterebbe ma sarebbe un utopia raggiungibile solo dal leggendario Zelda e poco altro, rispondere una delle due non significherebbe che l'altra è secondaria, non rispondere è quello che sta facendo l'industria in questo momento.

La prima strada, quella del gameplay, è certo dura da sviluppare, perchè tanto ormai è stato inventato che sembra sempre che più di cosi non si può. La seconda invece a parte qualche titolo particolare come i titoli già citati di Ueda (ma ce ne sono altri meno considerati, non ultimo l'eccezionale Valkyrie Chronicles di Sega..) non risulterebbe cosi difficile ed è invero ancora quasi tutta da sviluppare. Ci hanno provato ovviamente in molti ma i risultati migliori li hanno ottenuti molto di rado, con prodotti del calibro di Okami e Zelda, i due ICO e certamente opere del calibro di Shenmue. A suo modo però, trasversalmente, quello che più di tutti lo coglie in pieno è Metal Gear Solid, saga creata da Hideo Kojima a cui tal premio lo possiamo attribuire ben due volte, ovvero sia per l'innovazione delle dinamiche stealth nel 1987 con il celebre Metal Gear per MSX2 e Nes(quindi ai tempi della golden age del videogame) che nell'era moderna, nel 1998, con l'introduzione implementata alla terza dimensione, opera celebrata da alcune incredibili qualità superlative che nel complesso offrivano quell'esperienza di gioco apprezzabile ancor oggi nel capitolo conclusivo della saga ovvero Metal Gear Solid 4 esclusivo di PlayStation 3.

Nella realtà moderna fatta di produzioni tutte uguali, con l'invasione del genere fps (sparatutto in soggettiva) che quasi costringe l'industria ad uniformare tutti i generi unicamente verso quel sottogenere, Hideo Kojima ribadisce con il suo MGS4 l'importanza del carisma e della personalizzazione del protagonista ed al tempo stesso imbastisce a livello di trama e spettacolarizzazione delle scene la sua opera magna, con una qualità di produzione artistica sfiorata in passato solo da alcuni titoli e poco altro, in barba alle tonnellate di sparatutto capaci solo di sfogare le nostre frustrazioni quotidiane ma non di appagare le membra a chi vuol ancora una storia per sognare. Ora, non voglio fare passare un genere videoludico come il cancro dell'industria, tuttavia non posso nemmeno tollerare uno strapotere di questo nel confronto di altri. Che fine hanno fatto i platform, e tutti i vari generi già ricordo passato quando appena semi estinti da solo la scorsa generazione? Con il Giappone in crisi, e l'utenza nippo concentrata unicamente sulle console portatili, lo scenario videoludico attuale è carente proprio nel tipico estro orientale, risultando oggi piuttosto piatto e scontato, spesso pesante e frustrante sia nel gameplay che nelle tematiche.

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Metal Gear Solid 4 di Hideo Kojima

Il videogame sin dai suoi albori nasce con lo scopo di divertire e svagare, partendo di principio da una sola forma per poi trasformarsi in più forme, fino a raggiungere quei gradini in origine preclusi come l'emozionare tramite connotati un tempo attribuibili solo alla narrativa ed al cinema. Nella ostinazione di un confronto si è sempre finiti a sminuire questa nuova forma artistica, dove da un lato vediamo espresse forme pure di produzioni con parecchi anni di tentativi alle spalle mentre da questa parte una produzione effettivamente ancor giovane che ha da poco superato i trent'anni di età. Questo perchè visto che come base del videogame vi è da sempre l'interattività ed un gameplay, quindi una qualsivoglia forma ludica da applicare ad una certa interattività fondamentale, con l'avvento della terza dimensione queste caratteristiche somatiche del prodotto pur potendo continuare ad avere un valore da sole spesso non bastano più, ed il videogame si trasforma in una miscellanea di quante e più possibili commistioni fra diversi media e forme d'arte, fra cui predominante per ovvia assonanza spicca il cinema. Il punto però è che a tutti gli effetti il videogioco gli è superiore per coinvolgimento, in quanto è in grado potenzialmente di entusiasmare quanto e più di un film perchè tutto è vissuto da un alter-ego perfettamente calibrato con la nostra immaginazione.
Nel grande cinema però le opere da ricordare sono spesso quelle drammatiche, che sono clamorosamente assenti in ambito videoludico. Ancora adesso infatti molti ricordano le uniche punte più evidenti di drammaticità come quelle presenti in Final Fantasy VII, rese indimenticabili poi da una coreografia scenico-strutturale che per l'epoca era sbalorditiva.

L'età del videogioco ha però ormai lasciato la parte adolescenziale da qualche annetto ed ora sta toccando una media utenza appena al di sotto dei trent'anni, il che può lasciar intravedere fra un decennio una evoluzione finale del genere drammatico anche sul nostro media preferito. Inutile negare che per farlo servono degli autori dotati, che magari partendo proprio dai videogiochi più piccoli, come Braid di Jonathan Blow, potrebbero emergere senza troppe pressioni.
Per iniziare il filone basta un solo grande successo, un titolo di punta che sorprenda e venda bene sotto questo aspetto per aprire le porte ad una fila infinita di prodotti emuli. Tornando a Metal Gear Solid 4 è inutile negare che la sua presa maggiore Kojima l'ha giocata proprio su questi punti, a partire dal trailer dello Snake suicida per finire agli eventi tristi del gioco attorno ad alcuni personaggi come Naomi e le Beatiful. Basta anche notare il tratto disegnato attorno al personaggio di Raiden nel quarto episodio, davvero sorprendente quanto drammatico, proprio come le parole consumate dal suo autore definendolo "corroso dall'odio dei videogiocatori" per via delle contestazioni avute ai tempi di Mgs2. Io credo che un ottimo percorso inesplorato sarebbe proprio sviluppare questi punti, cosa già seguita a tratti da alcuni sviluppatori ma mai perfettamente percorsi. Si vocifera che potrebbe essere Heavy Rain il primo a farlo, ma personalmente covo dei dubbi per la resa finale, visto il precedente lavoro
del team con il buonino Fahrenheit (anche se adesso sotto ci sono i soldi di Sony).

Siamo però nell'era degli fps, ogni cosa è un fps.. si può recriminare quanto si vuole, ma anche Heavy Rain rischia di passare sotto lo sguardo di molti solo perchè mancante (forse) di una componente action. Ma chissà che in fin dei conti non sia altro che una tappa intermedia verso uno sbocco migliore? La gente prima o poi si stuferà di sparate per quindici ore di gameplay, eppoi comunque molti di questi hanno con se delle piacevoli trame, come Bioshock e The Darkness, magari anche leggerine ma appaganti per l'esperienza che sono. Spesso sono incorerenti, fantasiose, strambe, stupide o quanto magari avvincenti quel che basta. Filano via come un film di Van Damme o Seagal oppure seguono modelli più da fumetto d'autore. Mancano le opere più serie è vero, ma poi davvero le vogliamo? Potrebbero bastarci le punte di drammaticità a cui siamo abituati, i sparuti racconti epici o per i meno esigenti un pretesto da chiamare trama. Insomma, ogni eccesso è sbagliato, anche in questo caso, ma la situazione odierna non è molto felice ed attualmente il difetto evolutivo dell'industria si muove proprio attraverso tre punti fondamentali quanto negativi: Una standarizzazione dei generi sotto uno o due sottogeneri dominanti; la prima vera crisi di idee dall'avvento della terza dimensione; la misera considerazione verso il lato narrativo dell'opera. A coadiuvare il tutto una cultura medio-bassa dell'utenza ed una critica sempre più verso l'oblio per incoerenza e basse competenze.

Io credo che tramite la riflessione di un mondo fantastico e parzialmente credibile come quello di MGS, carico di tutte le sue tematiche, si possa incrociare uno sbocco da questa crisi di idee. La soluzione è dietro l'angolo, basta solo puntare sulla strada giusta. Ma finchè ci si ritrova sempre vincolati da una esagerazione giuridica verso i titoli che magari godono di meno magnificenze grafiche o tecniche a scapito di quelli che invece sviluppano altri tratti siamo costretti a riconsiderare ogni presunzione di maturità del media. Io poi questa critica non la reggo più davvero, già solo aprire una pagina a caso di quella che doveva essere la miglior testata italiana, ovvero Game Pro, mi viene da vomitare. Potrei poi discuterne per ore, ma preferisco evitare per una prossima sede di critica.
Le potenzialità in mano all'industria sotto uno scenario futuro sono altissime, e non mi meraviglierei che un giorno vi saranno dei simulazione di vita virtuale pari a quella vera, senza alcuna interfaccia e con possibilità varie per l'utente da non sottovalutare come il poter fare carriera quanto l'unirsi alla macchia, creare legami amorosi come allo stesso tempo interagire con oggetti e dinamiche fino ad ora sconosciute. Possiamo solo stare a guardare ogni possibile evoluzione, facendo finta di non stancarci mai e sopratutto senza guardare mai indietro.

(danleroi)

venerdì 30 gennaio 2009

Baba Yaga la strega assassina

Immagine:Bilibin. Baba Yaga.jpg

Baba Yaga - di D. Cangialosi

Sopra fraste d'alberi semoventi e mai domi,
dove il vento pronuncia il suo verbo mortale,
e porta respiro di un alito melenso,
al raccapriccio di una terra sterile di luce,
colma solo di lugubri scenari.
Lungo è il nero vello dell'antica strega
con cui avvolge il corpo storpio e livido,
mentre il suo viso di carne e latrina,
prende in ghigno sembianze orribili:
col naso enorme e squame sporgenti,
labbra plumbee e fauci fameliche,
con peli sui denti di mefistofelica progenie.
Vermi di putrefazione, tingono i suoi capelli,
di un biancastro colore di decomposizione,
guida nella notte per le demoniache creature.
Arpie e spiriti percorrono il muto bosco
al seguito della sinistra e truce vecchina,
fino alla dimora del Demone nudo.
Un vecchio mulino di ossa umane,
con artigli di grifone appese alle pale,
e teste di infanti a monito avviso,
di sangue e sperma per sempre intriso.
In cerca del Necronomicon, mille reami,
sfarzosa è la reggia del male sovrano.
Ma in un umile macinatoio si nascondeva l'arcano
occulto ancor oggi, ogni tentativo fu vano.
La bibbia del male ancora è celata,
e la vecchina spietata ne fa da guardiana.

Guerrieri coraggiosi, di luce ed ombra,
se davvero il coraggio non vi manca,
sfidate la meretrice nel suo infido bosco:
ma di lame e spade non conosce paura,
e non teme neppure il poderoso fucile.
Chiamatela a gran voce, con l'ego forte in petto,
mentre da lontano giunge il sibilo
dello stridore di lamiere dalle metalliche giunture.
Un coro d'ombra segue la bestia,
come ad un processo occulto,
giudicati colpevoli di incauto coraggio,
paralizzati ed agghiacciati alla greve visione:
Baba Yaga e il suo gigantesco mortaio
con cui percorre agile il luco cieco,
manovrando il pestello con la mano destra,
e con la scopa di betulla d'argento nella sinistra,
per eliminare ogni traccia del suo cammino.
Lei è pronta a strapparvi le braccia, la testa e il cuore,
l'antica predatrice dalle gambe d'ossa,
percorre la notte in cerca di prede o schiavi
veloce e famelica come un riflesso d'ombra,
perchè è pur sempre madre di una diabolica stirpe.
Mentre la sua enorme bocca ingoierà i vostri intestini,
con occhi di terrore la vedrete godere
delle vostre carni, e del vostro dolore.

Se agnostico tu che leggi ti befferai di questo credo,
e per sventura ti addentrerai nel suo delirio,
desideroso di trovare la dimora che fu un tempo del demone nudo,
chino o supino a degna madre potrai solo implorare pietà.
Perchè lei è Baba Yaga, la strega assassina,
divoratrice forense che mai fu bambina.

venerdì 23 gennaio 2009

IL RE MENZOGNA



C’è un occhio sopra me
Mi osserva, mi controlla, mi ossessiona.
Un cuore incapace di volare
Incatenato nella sacra dimora oscura
Stonate rime, ormai perdute, di una vecchia litania
Urla di bambini che invocano pietà
Giustiziati da un giudice corrotto
Carnefice di corpi passati all’altro mondo

Oh, chiediamoci il perché
Forse non siamo santi, forse non siamo demoni
La sottile linea della verità
La sottile linea tra l’amore e la morte
Recise in un’istante da una mano imponente
L’occhio su di noi, ha scelto la nostra via
Hai creato tutto questo, forse non te ne sei reso conto
Hai dato vita ad un mondo senza corpo, ed un corpo senza mente
Hai creato tutto questo, per il tuo unico divertimento
Hai raggiunto così il paradiso dell’imperfezione
Era andato tutto bene, ma poi hai creato me…

Domina in me la ribellione, luce apocalittica della mia vendetta
Nessun ombra più sul mio destino, ho perso ogni controllo
Scateno la mia furia, oltrepasserò la soglia della distruzione
Non conterò le vittime, alzerò il pugnale al cuore di Dio.
Non avrò pietà per nessuno, anime dannate su una luce di cristallo
Hai succhiato la mia vita, rendendomi schiavo delle tue sporche menzogne
Hai succhiato la mia vita, rendendomi succube delle tue falsità
Hai succhiato la mia vita, ora puoi solo succhiarmi il cazzo

Nessun rimorso, strapperò il cuore dal tuo corpo
Senza scampo, divorerò le tue membra,
nessuna difesa, nessuna barriera
sfonderò il muro creato dalle tue sporche illusioni
laverò il mio pugnale col sangue di Dio
niente più menzogne, da adesso regnerà la verità

L’uomo ti ha creato divino, io ti renderò umano
Ti ucciderò, assassinando le tue squallide bugie
Sono diventato cieco, ma ora ci vedo di più 
Vedo in te quel che sei veramente, e adesso pagherai
Hai succhiato la mia vita, adesso te ne pentirai
Scuoierò la tua pelle e la renderò in sacrificio
Come hai fatto tu per molte vite umane
Nessun rimorso del cazzo
Calpesterò le tue stupide suppliche
La mia vendetta sarà compiuta
Polvere eri e polvere tornerai.

(Human Waste)

lunedì 19 gennaio 2009

Occhi Mistici

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OCCHI MISTICI - di D. Cangialosi

Leggende e miti, di spade infuocate
che cercan la gloria in fiumi di cadaveri.
Sensazioni di dolore, spettro di quel colore,
segnano la vita ad un legame occulto,
che rigano a solchi il destino di intere civiltà.
Rosso di sera, rosso di sangue.
Vi osservano, occhi di chi conosce il vostro destino.
Vi porgono pietà, ancora una volta, forse l'ultima.
Vi disprezzano, per il dono che mai avete usato.
Legame di morti vi colorano lo spirito,
legioni di antenati condannano la vostra via.
Colpe ancestrali, tormentano il vostro cuore,
ricolmo di pazzie infinite, di pensieri antichi
rimessi a nuovo, senza nessun timore
Rosso di sera, rosso di fuoco
Occhi mistici, piangono per voi, complici del vostro cammino.
Occhi mistici, pieni di rimorso, per aver ucciso il vostro dio.
Occhi mistici, ricolmi d'amore, osservano la vostra disfatta.
Rosso di sera, rosso di sangue,
è il vostro colore, che non laverete più via.
Occhi mistici, occhi leggendari che hanno conosciuto ogni civiltà.
Occhi mistici, tristi spettatori di ogni epoca e di ogni barbaria.
Occhi mistici, occhi di un dio incapace di salvare il suo regno.
Lacrime mortali solcano il viso empirico dell'anziano creatore,
sofferenze inaudite lo piegano, in ginocchio,
e supino lo costringono a urlare pietà.
Tutto è destinato a leggenda.
Con lagrime infuocate, spezza il suo cordone,
mille sciami neri di morte volano in cerca di anime.
L'anziano creatore scende fra voi, ancora una volta,
con vergogna leva lo sguardo su milioni di anime tremanti,
squillano le trombe, demoni alati aprono le danze,
il sangue riempirà i fiumi, e la giustizia avrà onore.
Rosso di sera, rosso di fuoco,
ed è già tramonto.





mercoledì 14 gennaio 2009

Nuotando forse non mi vedono..


L'immagine “http://www.webalice.it/edmtromb/blog/odin6.jpg” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.

Le tigri sono i più potenti nuotatori tra gli animali terrestri. Riescono a cacciare e trattenere il fiato sott'acqua a lungo, questo nonostante le dicerie da sempre dicessero il contrario. Questo conferma come non si conosca poi ancora molto su questo enorme felino. Come per il gatto per esempio, che vive da sempre nei nostri giardini ma che ancora sembra saper rimanere avvolto nel mistero per alcune sue abitudini. I cinesi dicevano che "era stato il gatto ad insegnare alla tigre a cacciare". Forse, ma io un gatto subaqueo non lo avevo davvero mai visto.

Fra meno di dieci anni non esiteranno più le tigri, come gli scimpanzè. Cazzo ma possibile che non si riesce a preservarle degnamente? Uccidere un uomo può portare alla pena di morte, ma sterminare centinaia di animali no? Non è lo stesso? Un secolo fa c'erano circa 100.000 tigri nel mondo. Ora ci sono dicono a malapena 2.500 adulti di cui la maggior parte in cattività o nei cazzo di circhi, con la varietà del Bengala praticamente estinta in natura. Nessuno ha più visto tigri albine selvatiche poichè l'ultima è stata uccisa nel 1958. Le varietà bianche con strisce nere non sono albine, ma semplicemente bianche. Ne restano pochissime, discendenti da numerosi accoppiamenti e quindi non più pure. Ma chissenefrega, tanto in Oriente massacrano di tutto, cani, gatti, e perchè non le tigri? Io massacrerei per esempio i cinesi, oppure già che ci siamo, ripulirei il pianeta dal Marocco alle coste del Giappone, passando per l'Iran. I Giapponesi li salverei, a patto che la smettano di rompere i coglioni a Balene e Capidogli. Poi perlomeno sono civili, quanto lo siamo noi. Quindi una bella merda. E le tigri adesso nuotano, sperando che almeno sott'acqua l'uomo non le veda. Ma si sbagliano, basti pensare al semi estinto squalo bianco. Se vogliono salvarsi devono cambiare pianeta. Chissà se su Alpha Centauri l'uomo mai metterà piede..

(danleroi)

martedì 13 gennaio 2009

Voglia di scappare: Carnevale di Rio

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Che spettacolo il carnevale di Rio de Janeiro, già solo per la donna qui nella foto.
Brrrrrr conturbante senza dubbio, vale come cento femmine nostrane.
No no ho deciso, vado al carnevale di Rio quest'anno, ovviamente solo o con amici.
Si si.. Brrrrrrrr che pezza di figa eh!!



(danleroi)


lunedì 12 gennaio 2009

Non hai bisogno di Dio..

Immagine:Piodonald.jpg

GENOVA, 12 GEN - "La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno": con questa scritta bianca su fondo blu, che campeggerà dal 4 febbraio su due bus urbani di Genova, parte anche in Italia la campagna degli atei che ha già esordito a Londra e a Barcellona. Non è casuale la scelta di Genova, sede del presidente dei vescovi italiani, il cardinale Angelo Bagnasco, "sfidato" dagli atei. Ma dalla Curia (assente il porporato, in pellegrinaggio a Fatima) la replica è per ora soft: "evitare la contrapposizione e ricercare il dialogo", dice don Gianfranco Calabrese, direttore dell'ufficio catechistico della diocesi genovese. A lanciare l'iniziativa in Italia è l'Unione degli atei e degli agnostici razionalisti (Uaar). "La campagna - spiega il presidente nazionale dell'Uaar, Raffaele Carcano - è una specie di sfida atea in casa di Bagnasco reo di ostacolare il Gay Pride del 13 giugno e abituato a frequenti uscite in materia di scienza, diritti e riproduzione". L'Uaar sta promuovendo anche una raccolta fondi su internet che se riscuoterà successo servirà a finanziare altri bus-atei in Italia. Intanto, spiegano gli atei, cominciano le controiniziative del mondo cattolico e arrivano i primi anatemi dalle alte cariche ecclesiastiche. "Vedremo - ha concluso Carcano - cosa succederà quando gireranno a Genova i bus che al posto delle solite pubblicità invitano a vivere senza il conforto della fede". "Ci sono modi e modi di esprimere sia la tolleranza che l'intolleranza - replica don Calabrese - e la ricerca della tolleranza è sempre il dialogo" mentre "la contrapposizione é sempre intolleranza". Anche la data scelta per il Gay Pride di Genova (13 giugno, giorno del Corpus Domini) è un modo per attaccare la Chiesa cattolica, prosegue don Calabrese. "Collocare appositamente" questo appuntamento "in un momento significativo e tradizionale per la Chiesà, che fa parte di un calendario consolidato - afferma - è quasi cercare lo scontro per lo scontro". Al contrario, continua don Calabrese - "da parte del cardinale Bagnasco c'é sempre stata la ricerca del dialogo": "Bagnasco, infatti non ha mai detto che non si doveva tenere il Gay Pride" ma aveva semplicemente chiesto di "evitare sovrapposizioni" delle due date. Il rettore del Santuario di Nostra Signora della Guardia, mons. Marco Granara, auspica che l'iniziativa dell'UAAR possa diventare addirittura "uno stimolo per i cristiani" per offrire "la propria testimonianza" e "per rispondere in termini intelligenti, come chiede il Papa, dimostrando una fede pensata ed amica dell'intelligenza". E Don Andrea Gallo, il prete di strada fondatore della comunità di San Benedetto al Porto, replica caustico ed ironico: "Dio esiste, ma non sei tu. E allora rilassati, cerchiamolo insieme tra gli ultimi".


FONTE: ANSA


Ma piantatela con sto Dio.. non esiste cazzo!! Quante morti ancora dovranno esserci per giustificare la sua presenza? La Chiesa e la religione tutta è il cancro dei popoli, noi ne siamo affetti, e nella verità di una diserzione dignitosa facciamo finta di niente. No cazzo no, bestemmiate più che potete, la salvezza, quella vera, segue la vostra bestemmia, che altro non è che un grido di liberazione da tutti i fottutissimi dogmi che questa associazione a delinquere perpetua anche oggi in una società dominata dalla scienza. Libertà di parola, di bestemmiare come ci pare.
Perchè la bestemmia ha un potere magico, quanto tutto va male ti da la forza di opporti a tutto, ad un destino che spesso non ci arride.
Bestemmiate, Dio non esiste! Esiste solo la libertà di pensiero e la libertà di parola. Tutto quello che vuoi sta alla tua portata di mano, non sotto l'ala miracolosa del signore. Dio non esiste, e smettetela di adorare sto Padre Pio..

(danleroi)


domenica 11 gennaio 2009

Cronache Oscure: La fine dell'opera

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La fine dell'opera

Bene, nelle conclusioni ecco svelati i trucchi di scena: devo ammettere che ho creato il personaggio di Vittorio Alfano davvero allo stato dell'arte, usato e costruito esclusivamente come viamite necessario per un mio racconto che già nel prossimo anno venturo vedrà la luce sotto la mia casa editrice in una antologia di testi da me stesso scritti anni fa e già consegnati per le correzioni. Vedi quando si dice il caso, mi hai portato ispirazione per tutto il nuovo soggetto, che sono sicuro farà la sua figura, veramente.
Intelaiare una trama attorno alla tua persona, mentre ne eri inconsapevole, è stato bello davvero. Sei talmente piena di risvolti da romanzo che quasi hai recitato senza volerlo il ruolo che ti avevo preparato. Ti ringrazio ora con questa lettera, che sono sicuro ti sembrerà un beffa, per il lavoro svolto, che dire, alla perfezione. La cosa che collega bene il genere del tema da me trattato, con te era sicuramente calzante, visto che l'argomento base delle mie narrazioni di solito è la pazzia. Sebbene tu faccia di tutto per nasconderti dietro un dito, hai dei chiari sintomi di depressione e sopratutto d'instabilità mentale a cui dovresti porre rimedio, e per quanto sono conscio che questa missiva non faccia altro che peggiorare il tuo stato, potrebbe per te rappresentare l'occasione giusta per cambiare pagina, per provare a reagire di fronte a questa tua nuova sventura. Per favore, possibilmente vedi di non prendere qualche psicofarmaco per reggere meglio, ti farebbe ancor più male, quindi non te lo consiglio. Crolla, cadi giù e fai il botto. Per poter risalire bisogna scendere, chi meglio di te ora è in grado di comprenderlo?

Lo so, il momento scelto non è dei più adatti, e capisco le tue sventure non indifferenti che ti sono capitate ultimamente, ma io non mi posso fermare davanti a niente. Ho delle scadenze, ed in quanto tali devo evitare ritardi per non danneggiarmi economicamente. Sono i traguardi che ci imponiamo a smuovere i nostri animi ed anche se ti posso ora apparire spietato, ti garantisco che a mio modo ti voglio e ti ho voluto bene, e che se richiesto, condividerò con te parte di questo progetto. Sono disposto anche a farmi accompagnare nella firma del testo, con le debite proporzioni ovviamente, e visto come sono conosciuto all'estero, potrebbe per te essere l'occasione giusta per rialzare la testa.

Incredibile comunque, tornando in tema, come ti sei davvero innamorata di me, rischiando situazioni diverse in casa pur di starmi vicino. Ed io invece, fidanzato oramai da quattro anni, convivente e divertito amante sotterraneo ma perfettamente in regola visto la cooperazione in argomento della mia compagna a me sempre vicina, ho diciamo "riso a denti stretti" ogni qual volta mi cercavi, venivi a casa e magari io facevo finta di non esserci, o di dormire. L'ho preso come un gioco, in effetti nient'altro che quello che è stato. Non ti immagini poi quanto ho davvero goduto fare l'amore con la mia compagna mentre ti parlavo al telefono.

Mi fa piacere ricevere una tua lettera cosi cattiva e spietata, che neanche io potrei tanto. Dimostra che il tutto non è stato vano ma anzi, quasi pilotato dall'ennesimo filo del destino a mio favore, che alimenta da sempre la mia vita.
Ti prende in pieno, lo so, colpisce il tuo cuore pregno d'amore verso di me, un fantasma, una persona fittizia per il quale da oggi finalmente mi sono liberato. Anche questo ti può tornare utile, pensaci, e magari cosi ti riavvicini a quel povero disgraziato di tuo marito, che sicuramente non meritava una moglie come te. E' davvero incredibile infatti, come un gioco nel gioco, ti sei divertita a prenderlo in giro, addirittura intimando e rafforzando il rapporto amoroso con me. Mentre lui si spaccava la schiena in fabbrica per potervi mantenere, tu lo tradivi, senza vergonga, senza alcun pudore verso di lui e di quella bella bambina di tua figlia, anche lei incolpevole d'una madre come te. Mi hai pure presentato a tua suocera, pensa, quando ci ha sorpreso per strada, spacciandomi per un parroco. Ho riso per giorni al pensiero di come quell'uomo onesto e rude del tuo compagno si sia fatto fregare la moglie.. da un prete! Penso che se io ero al suo posto leggendo queste righe probabilmente ti ucciderei.

Bene, spero tuttavia che non ti venga in mente di fare qualcosa di simile a me, perchè ho ben quattro avvocati con delle lettere segrete, elaborate ad arte peraltro, pronte per essere consegnate esclusivamente in mano a tuo marito, i tuoi genitori ed i suoi, oltre che la tua migliore amica, con tanto di fotografie piccanti al seguito. Non mi aspetto ritorsioni per questo quindi, sei avvisata, ad ogni passo falso sei fregata: scacco matto. Accetta la sconfitta e rialzati, dimostra di valere qualcosa di più che una prostituta di strada. Da oggi per te sarò come un fantasma, ogni mio contatto svanirà nel nulla, eccetto questo indirizzo al quale potrai inviare le tue richieste ed eventuali risposte. Non mi denunciare, è tutto inutile. Un uomo del mio calibro sfugge alla giustizia, e per darti un idea della cosa, ti comunico che non sei la prima per la quale creo uno scenario del genere. Proprio la mia compagna, la più intelligente di tutte, la incontrai in una di queste storie che chiamo "pre-stesure" e che utilizzo ai fini di rendere il testo il più reale possibile. In fin dei conti poi rappresento quell'occasione di riscatto che molte di voi nemmeno meritavate, ben ti sta quindi, sei quel tipo di donna in parte che ho sempre odiato, una donna appunto priva di vero amore perchè diventata arida in tutti i sensi ed asciutta sopratutto nel cuore, ma certo estremamente puttana nell'animo.

Per la cronaca, vedo quest'opera da me perseguita come un qualcosa di giusto, pulito e corretto, perchè in fin dei conti non ho fatto altro che alimentarti, e poi il resto lo hai compiuto da sola. Dal mio lato, pur avendo creato un immagine chiaramente falsa (l'operaio malcontento del suo destino, ribelle ed anticonformista, costretto dalla società ad adattarsi a ruoli e usi che lo vogliono trasformare un giorno in un essere grigio e senza carattere) ho dato risvolto ad una delle mie personalità. Però pensa che questo Vittorio Alfano non solo esiste ma addirittura lavora davvero in fabbrica con tuo marito. E' stato in qualche modo mio complice, in caso se investigavi, curando certe volte le relazioni con te, in mia vece quando vi sentivate online in qualche chat room. In tal caso devo complimentarmi ancora con te perchè hai spesso riconosciuto la differenza di carattere tra me e lui, anche se poi non l'hai definita. Solo ti dico che i momenti più belli li hai passati con me e di questo sono contento perchè nonostante eravamo limitati da quella tecnologia, confermi la mia indubbia abilità con le donne.
Vista le lettera che mi hai mandato, cruda e spietata, ora però non riesco a provare davvero nessun rimorso per questo gioco, anzi, mi sento come un giustiziere appena tornato da una battaglia, naturalmente vinta. Trovo semmai incredibile come hai scritto di me, in questa maniera.. quando il vero soggetto da analizzare non ero certo io! Probabilmente quello che hai scritto verso la mia persona era in realtà diretto verso te stessa, è la tua coscienza potrà solo confermarlo.
Ne sono convinto, perchè nonostante la recita, ho ben intravisto il tuo subconscio e mi ha fatto paura.

Per concludere e salutarti, ti lascio in firma un nome molto importante, in quanto è quello mio, vero ed unico, che sicuramente conoscerai già dalla televisione e giornali, visto che non leggi libri. Ti rinnovo infine un consiglio: voglio ancora metterti in guardia dalla pericolosità di ogni azione negativa verso di me o i miei cari. Evita poi di fidarti troppo della gente, in giro è pieno di gente pericolosa o che ti vuole male.. in fin dei conti potresti quasi ringraziarmi per la maturità che ti porto come esperienza. Meno male anzi che hai incontrato me, che sono buono come il pane, perchè guarda che in giro ci sono davvero malati di mente. Occhio, ricordati che hai una famiglia e che perderla ti sarebbe fatale. Spendo a proposito ancora parole per tua figlia e tuo marito, che meritano senz'altro qualcosa in più per quanto riguarda l'amore e la fedeltà. Pensa a loro, non essere egoista. Ricordati che se il tuo uomo esce per lavorare non lo fa per diletto ma certo anche per dovere. Nei tuoi confronti e in quelli di sua figlia, che lo adora come tu non sapresti mai fare. Invece la "signora" lo ripaga cercando nuove esperienze.. no, davvero non si merita tanto.
Cerca di cambiare, in fin dei conti è ancora presto. Sei fortunata che la tua bimba non è ancora in grado di capire, ma un domani molto prossimo lo sarà senz'altro. Pensa anche a dopo con lei, che poi si renderà conto di quello che sei.

Sei una bella donna, sei in grado di reggere da sola tutto e tutti se lo vuoi, cosa ti costa essere felice? Non bisogna avere paura, farsi domande, pensare, pensare e pensare, no! Bisogna credere che la felicità nella maggior parte dei casi deriva proprio dal nostro comportamento. E' per questo che bisogna credere davvero nel nostro amore, anche quando si è in crisi. Bisogna superare, andare avanti e non fermarsi, mai! Il male di questo secolo, dopo l'aborto è il divorzio ed lui il potere alla donna.
Tieni duro, ed un giorno sarai ripagata. Lascia andare tutto, e ti ritroverai sola con il tuo mondo distrutto. So che puoi farcela, dacci dentro! In fin dei conti, per te, sono stato come un angelo che ti ha riportato sulla retta via, non perderti di nuovo.
Ti saluto ora, se saprai comportarti bene puoi stare sicura che il tuo nome e le nostre foto non usciranno mai allo scoperto. Ti auguro buona vita.

(firma illeggibile)


Documento ritrovato nel rogo del settimo piano presso la famiglia Canestrelli, arsa viva per l'esplosione dolosa di gas metano.



TORINO - Alle 15.47 del 14 ottobre scorso, un boato squarciò la tranquillità di chi era rientrato a casa dopo il lavoro, nello stabile in corso Francia 17, a Torino: un' esplosione spazzò via la facciata dell'edificio e provocò quattro morti, oltre a molti danni tutto intorno. Morirono quattro persone: Tommaso Canestrelli di anni 48 anni, originario della basilicata, sua moglie Michela di anni 41 anni e la piccola Chiara, di sette anni, figlia della coppia. Infine la loro vicina di casa che viveva nel palazzo, Eufemia Caiani, 56 anni, proprietaria dell' appartamento.

Oggi, quella che era solo un' ipotesi, è diventata una certezza investigativa, tanto che il pm milanese, Sandro Borgonovo, ha chiesto l'archiviazione, per estinzione dei reati dovuta alla morte del reo, del procedimento dove Michela Sforza in Canestrelli era stata indagata per crollo doloso di costruzione e omicidio volontario. Tutti gli accertamenti, svolti nell' inchiesta, lasciano poco spazio ai dubbi: le conclusioni dei consulenti nominati dal pm, gli ingegneri Massimo Colunto e Roberto Pecani, hanno stabilito che il tubo flessibile del gas, collegato al piano cottura della cucina, non presentava strappi o deformazioni, "segno che era già svitato prima dell'esplosione". Altri elementi, poi, raccontano il dramma vissuto dall'autrice del folle gesto: la donna "versava in uno stato d'intossicazione letale di morfina, aggravata dalla concomitante assunzione di un barbiturico in dose tossica".

C'è poi anche quella lettera che abbiamo appena letto, trovata nel suo diario, una vecchia agenda del 1984 riutilizzata, alla quale la donna aveva affidato la sua disperazione tanto da scrivere: "Mi sono accorta che in questi anni ho fatto di tutto per far distruggere ciò che avevo, ed ora non ho più nulla e non voglio più nulla se non ritrovare quella sensazione d'amore che mi è mancata di colpo, così, all'improvviso. Lo so, sono una stupida, ma è stato il mio unico vero momento di vita, e poco mi importa se era una farsa, nel mio cuore non lo è mai stato." E poi, una sorta di esplicita confessione: "Avevo programmato tutto per il 20, ma siamo già al mese nuovo, per quanto tempo sposterò la data?". Due giorni prima della tragedia, aggiungeva: "Non ho avuto il coraggio di aprire il gas, ma devo farlo
così posso mantenere quel poco di dignità che ancora mi è rimasta". Nulla purtroppo gli inquirenti sono riusciti a sapere sull'autore della lettera.
Storia molto triste, per un esito finale altamente drammatico. Sembra però che nei prossimi mesi un noto psichiatra e scrittore approfondirà il tutto con un'attenta introspezione psicologica della donna e della vicenda tutta. Attualmente si dice infatti, che stia dando una mano alla squadra investigativa nelle indagini.

(danleroi)

sabato 10 gennaio 2009

Satira: La bellezza di Bondi..

JAMES HITMAN BONDI
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«Faccio finta, ma non trovo la bellezza..»
Che fatica capire l’arte contemporanea. Lo dice il ministro dei Beni culturali James Hitman Bondi, che in una intervista al settimanale Grazie, spiega di voler promuovere e sostenere nuovi artisti, ma rivela: «Faccio fatica a trovare segni di bellezza nell’arte contemporanea: se visito una mostra faccio come molti, cioè fingo di capire. Ma sinceramente non capisco». E continua: «Per me, l'arte contemporanea, è una cagata pazzesca..(92 minuti di applausi?) e mi rendo conto che in qualità di ministro dei Beni Culturali nel dire questo faccio anche un pò schifo, ma cercate di capirmi, non sapevo che poltrona occupare ed il mio boss Silvio mi ha messo qui».

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Hitman Bondi mentre nel privato combatte contro gli artisti contemporanei


«Coltivo il mio orto con molta fatica e la mia vita è piena di contraddizioni come ad esempio la mia tendenza a sedurre pecorelle e caprette ma nello stesso tempo amo molto anche i canidi.- dice il ministro - Viviamo in un’epoca priva di spiritualità e, dunque, di bellezza, ed io ne sono un esempio. Come Ministro sono determinato a custodire e conservare tutto il valore artistico che ci viene dal passato, anche stronzi di merda rinsecchiti come ad esempio don Giulio Yoda detto Andreotti. Ma vorrei anche riuscire a promuovere e sostenere nuovi artisti con il ripristino di strumenti e mezzi ideali alle loro capacita, come le turcas per esempio o il toro di bronzo, la vergine di Norimberga o la culla di Giuda. Stiamo studiando a molte altre possibilità che abbiamo raccolto qui: Metodi di sviluppo per giovani artisti contemporanei. Faccio fatica a trovare segni di bellezza nell’arte contemporanea: se visito una mostra faccio come molti, cioè fingo di capire. Ma, sinceramente, non capisco».

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Hitman Bondi dopo aver trovato la bellezza. Notare il suo rapporto con le donne..


Nell’intervista, Bondi parla tra l’altro del suo legame con il premier: «Non sono attratto dal potere o dal fascino che emana bensì dall’affetto per la persona - dice - Il mio rapporto con il presidente del consiglio è molto più complesso di come appare.. insomma lo faccio per amore, ed anche quando lui è un pò rude io lo capisco. Non abbiamo avuto mai uno screzio a parte forse quella volta che lui voleva farlo da dietro ed io invece tenevo le morroidi». Poi spiega di essere stato «uno dei consiglieri più autonomi di Silvio Gesù e che quando prese la candida dopo un contatto fugace con un capretto infetto ha continuato a masturbarsi davanti a lui nonostante il dolore: «Il mio compito era quello di appagarlo in privato, non quello di farlo pubblicamente. Io stavo male ma lui godeva così quando Mara non c'era, nel vedere la mia devozione, il mio dolore.. è questo che lo rende un grande».

(danleroi)



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venerdì 9 gennaio 2009

Animali estinti da resuscitare, si può?

http://www.marshalls-art.com/images/ipaleo/paleopg21/Smilodon.jpg

LONDRA, 8 GENNAIO 2008 - Grazie al Dna gli scienziati potrebbero far tornare in vita una serie di specie estinte da migliaia di anni, una volta ricostruita la loro sequenza genetica. Immaginando questo possibile zoo del passato, la rivista britannica New Scientist ha pubblicato una 'resurrection list' delle specie che con più probabilità gli scienziati riusciranno a ricreare: in cima alla lista, la tigre dai denti a sciabola, il dodo e anche il nostro più vicino antenato, l'uomo di Neanderthal. Per 'resuscitare' le specie estinte, gli scienziati dovrebbero prima riuscire a recuperare abbastanza Dna da un tessuto dell'animale e poi trovare una specie simile tutt'oggi esistente nella quale impiantare l'embrione in cui è stato inserito il Dna ricostruito.

Gli esseri umani, ad esempio, sarebbero dunque i candidati ideali per l'uomo di Neanderthal - la cui sequenza del Dna dovrebbe essere pubblicata quest'anno - mentre il leone potrebbe essere utilizzato per la tigre dai denti a sciabola. La difficoltà maggiore - sottolinea Stephan Schuster, un biologo molecolare della Pennsylvania State University - resta tuttavia quella di riuscire a ricuperare un campione di Dna intatto. Come spiega lo scienziato - che ha preso parte al progetto per la ricostruzione del genoma del mammuth, la cui quasi completa sequenza genetica è stata pubblicata nel novembre scorso - il Dna può conservarsi per molto tempo soltanto in climi molto freddi (come i mammuth ritrovati nel ghiaccio), estremamente secchi o completamente bui. Anche in condizioni ideali, poi, il Dna non sopravviverebbe per più di un milione di anni. Niente dinosauri quindi, se mai specie il più possibile vicine a noi.

"Vale la pena studiare soltanto i campioni di meno di 100.000 anni fa", sottolinea Schuster. Alcune delle specie che, secondo il New Scientist, in un prossimo futuro potrebbero tornare a camminare su questa Terra, sono quindi di recente estinzione: oltre al dodo, scomparso nel 1690, nell'elenco compaiono anche il moa, una sorta di struzzo scomparso nel 1500 del quale sono state trovate alcune ossa e uova in Nuova Zelanda e la tigre della Tasmania, estintasi nel 1936 e della quale alcuni scienziati sarebbero già riusciti a 'risuscitare' un gene, impiantanolo in un topo. Tra gli animali scomparsi da più tempo si trovano invece l'alce irlandese, un gigantesco cervo estintosi 7.700 anni fa, le cui corna misuravano fino a due metri, l'orso gigante dalla faccia corta, detto anche orso bulldog, un antenato degli orsi odierni estintosi 11.000 anni fa che pesava circa una tonnellata e il milodonte gigante, un gigantesco animale simile ad un orso alto sei metri e dal peso di quattro tonnellate. A chiudere la top ten della rivista scientifica per finire sono il glyptodon, una specie di armadillo grande quanto un'automobile, estinto 11.000 anni fa e il rinoceronte lanoso, estintosi 10.000 anni fa ma del quale esistono numerosi esemplari conservati in nel permafrost.

(FONTE: ANSA )

giovedì 8 gennaio 2009

Oscura Simmetria: Discendenti dall'inferno


http://www.tigrazza.com/ladiesandgentlemen/wp-content/themes/benevolence/images/Delville_Satan.jpg

Discendenti dall'inferno



So bene che l'inferno mi attende,
perchè ho increspato l'acqua candida e pura
del mio lezzo e del mio umore,
perchè ho intorbidito del tono più scuro
il sordido lamento di un demone ferito
perchè ho strappato le viscere
ai popoli a me non schiavi.
So bene che per me non esisterà il perdono,
che nemmeno nel pentimento interiore
potrò trovare riparo.
I venti corroderanno le mie carni,
divorate da famelici vermi biancastri.
Il male altro non è che il nostro operato
che cade incurante sopra gli altri.
Dio e morto, non esiste
siamo unici artefici del nostro destino.
Nella menzogna della vita
troviamo il modo di lenire i nostri peccati
ma nella morte senza inganno
scorgiamo anche sol per un fuggente attimo
il bagliore della retta via perduta
e nel pianto dell'anima chiediamo perdono.
Perchè sono costretto a credere,
da un sistema invadente e corrotto,
che esiste un essere superiore creatore di tutto,
quando è il nulla che permea l'esistenza di ogni specie?
Perchè del male più assoluto e nero l'unico riflesso
che investe il mondo è quello di un lucore di saggezza
nell'apparizione momentanea antecedente al trapasso?
Perchè se un entità benevola nostra genitrice
lascia morire i suoi figli di fame e di sete,
nell'anima e nel corpo,
impedendogli di scorgere anche solo per un attimo
il leggero sibilo di una verità ancestrale?
Invece giaciamo qui, in atroci malattie,
trucidati nel mare nero della vita,
sotto gli occhi gaudenti del male trionfatore
ed un Dio morente e incapace
di far implodere il cuore ai corrotti,
perchè oramai sporco quanto e più dell'uomo,
creato a sua immagine e somiglianza,
dal sangue d'innocenza perduta.
Nati spontaneamente da suo riflesso divino,
siamo la sua creatura, e discendiamo dal suo tratto,
non quello del creatore misericordioso
ma della spietata e meretrice macchina della morte.
Dio e il diavolo sono la stessa cosa
e la chiesa terrena è il culto supremo del male.
Non esiste altra vita dopo.
Non esiste paradiso o inferno.
A seconda di chi sei, lo stai gia vivendo.
E quando dormi, quando abbandoni il tuo “IO” all'inconscio,
l'orrenda mola, rotea ancora.
Incessante, immortale, la mola del male è dentro di te,
vive nel tuo sangue e divora la tua anima.
"E' la mola di satana" dice la gente,
e pregano..
A chi?


(danleroi)

mercoledì 7 gennaio 2009

Cronache Oscure: Nato di pezza e ceramica.

http://farm3.static.flickr.com/2247/2076981554_2be15ef256.jpg?v=0



Nato di pezza e ceramica..

Dato che non è da me troncare senza spiegazioni ti scrivo, forse anche per l'ultima volta.
Probabilmente la colpa di tutto questo è mia perchè non ho saputo gestire la situazione ed ho fatto errori di valutazione nei tuoi confronti. Vado subito all'episodio di stanotte poi parlerò del resto: conosco esattamente il significato del tuo gesto, e nonostante la mia "squallida" vita rinchiusa qui dentro, in cerca di emozioni con cui dare uno scopo alla mia esistenza, ho una cultura medio-alta e posso comprenderti senza alcun problema. Ti ringrazio innanzitutto di avermi usato per i tuoi scopi, grazie per aver abusato della mia buona fede per i tuoi fini che definire "loschi" ormai è un eufemismo. Sicuramente è stato tutto aggravato dal fatto che siamo dentro a queste maledette scatole, senza calore, senza odore, senza vita e quello che ci diciamo può essere travisato..ma proprio perchè non abbiamo altro, dobbiamo rendere quello che sentiamo con le parole, è non c'entrava niente quello che m'hai detto, è stato.. davvero troppo pesante.. oltretutto non vero, soprattutto in quel momento. Posso anche credere che tu l'abbia fatto senza l'intenzione di ferirmi, ma non c'entrava niente lo stesso. E' stato offensivo, diciamo anche cattivo nel gusto e dell'attimo scelto. Ora che finalmente, anche se astrattamente, eravamo vicini, non mi puoi dire una cosa così.
Ho cercato di farti capire che questi discorsi di sesso non hanno senso in un rapporto come il nostro, ma evidentemente non ci sono riuscito, va bene la comunicazione delle sensazioni, quello che vorresti, quello che vorrei, ma non si può andare oltre, che senso ha parlare di rapporti sessuali ed altro ancora se sono cose dove purtroppo a noi non è data questa fortuna? Però se io non ne parlo sono freddo, distaccato.. ma certamente se ne parlassi troppo sarei un depravato. Perchè anche noi, nella nostra condizione, come gli umani cerchiamo un identità significativa vicino alla nostra origine psichica, da collocare da qualche parte, e quasi sempre a seconda di imposizioni d'una psiche altrui, come cerebrolesi senza alcuna autodeterminazione, pronti a farci imboccare dalla prima personalità forte o da qualche psicopompo pubblicitario. Guarda le immagini per strada, nei cartelloni pubblicitari, nelle televisioni, ormai una "donna", il tuo sogno, la si valuta soltanto da questo, da quanto è figa, dalle sue forme e poco altro. Ne trovi talmente tante che "fanno tutto" pur di compiacere un uomo che non esiste più fare l'amore, esiste solo rapporti insulsi che si muovono in maniera meccanica, come il più squallido, triste, volgare film porno di quarta categoria.
Non ho bisogno di questo, non sono nato per questo. Qui tutto è grande, e molte famiglie mi vorrebbero. Chissà quante bambine mi acquisterebbero dalla mia vetrina per mettermi nel loro castello, a fianco di chissà quali principesse. Ma non serve abitare in una grande vetrina, una grande strada, per avere questo: potrei trasformarmi ogni giorno in un uomo diverso, con una compagna o con due insieme, e credimi, è molto più facile di quanto pensi. Ma non ho bisogno di questo e certo non se ho te. Quello che mi ha colpito di te è altro, poi certo sicuramente mi piaci.. ed in un momento di eccitazione posso anche dirti che vorrei le tue carezze ma è tutto idealizzato, io non ti conosco davvero, non so se sei vera o di cartone, come tu non sai nemmeno se potremmo mai coesistere. Vedi, io conosco le tue parole, i tuoi silenzi la tua dolcezza. Quando mi tieni il broncio perché sai che questo mi spinge ancora di più a cercarti.. e quando ti arrabbi!? Sei fantastica, mi piace pensarti mentre lavori, con tutte quelle lamette in movimento che tagliuzzano chissà quanti fogli di carta. Come è soave quest'immagine non saprei spiegartelo. Vedere la lucina rossa sotto al tuo nome, il tuo riflesso metallico che quasi a contatto con la mia porcellana sembra invisibile. Quando giochi col gatto.. mi piace pensarti e basta, ma forse abbiamo intenti diversi ed io non l'ho capito. Penso che tu non abbia problemi a condividere i tuoi desideri di esser viva come qualche bella ragazza.. ma per questo non hai bisogno di me, di una bambola.
Non voglio uscire senza ricordi, non ho rimorsi, ce l'ho solo con me stesso per non aver saputo comunicarti le cose giuste e per aver voluto passare l'ennesima notte con te che ci ha portato a questo. Sono stato al gioco delle colpe che mi davi, al gioco dei racconti piccanti che non avevano senso. Alle tre di notte, dopo una giornata di duro lavoro, evidentemente la stanchezza aumenta e la lucidità diminuisce, ma non per te che a quanto pare hai trovato opportuno offendermi senza motivo, anche se probabilmente uno migliore di me ancora non lo hai mai incontrato.
La cosa ci è sfuggita di mano.. complici anche tutti i limiti che questo strambo mezzo di comunicazione ci impone.
Non cancellerò niente di te, tu puoi farlo se vuoi, lo capirò. Se non hai trovato in me quello che ti aspettavi, ed evidentemente le poesie, la tenerezze e le emozioni non ti bastano, non so cosa poterti offrire. Non mi chiedere una vita vera, perchè da un momento all'altro io andrò via, timbrato e scontrinato. Non mi chiedere di restare insieme, non posso muovermi, sono bloccato da questi legacci che tengono immobile questo corpo infame e fragile. Non mi giudicare un vile, sono nato di pezza e ceramica, non d'acciaio e fili elettrici come te. Non cancellerò nulla di te, sei stata ..sei molto importante, ed in qualche modo ti ho amato. Se solo Dio ci avesse ascoltato il desiderio, ora dormiremmo supini ed abbracciati in un letto insieme. Senza alcun limite fisico, senza diversità di materiali. Ho sognato d'esser uomo e tu donna tutte le notti, ma il triste destino ci ha relegato a bambole e tritacarta.. in questa vetrina che in fin dei conti è il nostro universo, ed è stato teatro d'un amore impossibile.

Testo ritrovato presso un negozio, scritto a caratteri microscopici sulla confezione di un vecchio modello di tritacarta.

(danleroi)




lunedì 5 gennaio 2009

Puzzeremo come le palle di un barbone..

L'immagine “http://www.piazzagrande.it/archivio%20foto/homeless/barbone.jpg” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.



Una delle nazioni appartenenti al G8, una degli stati industriali economicamente più influenti pur non avendo mai ricoperto ruoli primari è sull'orlo del burrone: l’Italia è prossima al tracollo finanziario, come annunciato da molti politici che hanno espresso estremo timore riguardo la terribile crisi finanziaria che sta influenzando tutti i settori della malata economia italiana.

Si diceva un tempo che l'economia del Belpaese era estremamente legata a quella della sua azienda più rappresentativa, la FIAT che adesso versa in stato comatoso e che se non trova una patnership o un acquirente sarà data per fallita. A Torino, quella che era un tempo la capitale europea dell'automobile si respira questo natale una strana aria, con la chiusura di metà delle aziende medio-piccole dipendenti dalla crisi dell'industria dell'automobile e la cassa-integrazione -quando possibile- dei suoi operai o impiegati.

Le televisioni accennano limitatamente alla crisi, per evitare di creare sensazioni di panico che non farebbe altro che aggravare la salute dello stato. L'invito del premier nostrano a spendere di più ha una conseguenza logica in questo, ed è facile intravedere i sottili risvolti di queste dichiarazioni. Facciamo noi, per il nostro stato, come la benzina per una enorme macchina economica, e nonostante impoveriti e bistrattati, ne siamo fondamentali per poter andare avanti.

Ci hanno tolto tutto ma ora se non vogliamo affondare dobbiamo offrire quel che ci rimane, e chissà se in futuro, come già successo in epoca fascista, ci verranno a chiedere orologi e gioielli, per poter sovvenzionare uno stato di crisi senza fine, un baratro tubolare ciclico e continuo.

Abbiamo poche cose da offrire, e poche da comprare. Abbiamo festeggiato il natale al meglio che potevamo ma potrebbe essere l'ultimo natale ricco per un bel po di tempo.

Apparentemente al sicuro, anche tu che leggi queste righe da un momento all'altro potresti essere colpito da questo cataclisma economico in arrivo, lo tsunami che ci travolgerà tutti.

“Il rischio di bancarotta per la nostra economia nazionale dovrebbe essere considerato reale” ha affermato il Ministro del Welfare Maurizio Sacconi, innescando l’allarme con altri politici in un programma televisivo che trattava della crisi economica mondiale settimane fa. “Una prospettiva di bancarotta è ancora più temibile di una recessione” ha messo in guardia Sacconi, vicino al Primo Ministro italiano ovvero Silvio Berlusconi.

“Il tracollo del sistema finanziario mondiale potrebbe impedire allo stato italiano di pagare pensioni e stipendi agli impiegati pubblici” ha aggiunto poi, in contrapposizione alle bugie del suo compagno di coalizione ovvero Tremonti che ha dichiarato che “l’Italia ha un’economia molto forte. Il debito nazionale è assolutamente stabile ed è garantito dallo stato”.

“Insomma, l’Italia è in forma molto migliore di quel che si creda”, secondo il nostro governo, ma non secondo gli analisti ed il debito pubblico, ingigantitosi di 50 miliardi di euro e rotti nel solo anno appena passato, per una cifra totale che si conferma il terzo maggior debito pubblico nel mondo. Nel 2009 secondo le previsioni dovrebbe toccare quota 1900 miliardi di euro, una cifra sempre più imbarazzante quanto irrecuperabile.

Insomma, non so se vi è mai successo di avere la consapevolezza di affondare, di non avere più soldi, di non vedere uno sbocco e cercare di tamponare quel che si ha senza fare sapere nulla agli amici, parenti, figli o genitori che siano. La nostra nazione è conscia di questo? Il popolo non sa nulla, i nostri governanti sempre di più corrono ai ripari cercando di salvare il loro brutto e peloso culo rincoglionendoci con la televisione, senza alcuna menzione in merito per evitare che si sparga troppo la voce. Perchè poi si sa che se non esiste in TV allora è una notizia falsa.

Dicevamo che a novembre, il Presidente del Consiglio Berlusconi ha chiesto agli italiani di non allarmarsi e di non ridurre senza motivo la spesa dei beni di consumo, che come ha detto porterebbe le aziende a produrre meno, tagliare posti di lavoro ed aumentare la disoccupazione.

Io appena sentirò scricchiolare il tetto mi chiudo in casa e la riempo di viveri per i tempi a venire, come quando negli anni ottanta circolavano le voci su un nuovo conflitto mondiale.

Berlusconi ha inoltre annunciato che il governo adotterà una serie di misure per “fronteggiare la crisi nell’economia reale, incluse azioni per sostenere le famiglie.”

Infatti poi ha tirato fuori la social card, ovvero una tessera magnetica per i poveri dove arrivano gli accrediti di aiuto. Soluzione ingegnosa ma insensibile perchè molte persone si vergognano di far la spesa con tale carta. Io ci manderei al loro posto quella faccia di legno di suo figlio.

Una notizia dai sindacati italiani rilasciata nel mese scorso ha mostrato un calo costante dell’occupazione, con un milione di nuovi disoccupati stimati per la fine del 2009. Sono cifre anzi contenute, si prospettano invece addirittura il doppio.

Per i giovani il lavoro fisso ormai sembra una chimera, specie se non vogliamo ovviamente considerare come tale lavorare come commesso in un negozio, un McDonalds o un call center.

Aziende come la Telecom, che da lavoro a quasi settantamila persone ha annunciato tagli di personale di circa quattromila dipendenti nel corso di quest'anno e quelli seguenti. Sono misure attuate per ridurre il debito, e non per incrementare i guadagni o perchè queste persone erano di troppo.

"In Italia non c'è più lavoro, e quello che rimane se lo inculano i marocchini" dice la gente. Non è proprio cosi, il lavoro lo si può trovare, ma devi avere alcuni attributi fisici: giovane, dai 25 ai 35, uomo, prestante o perlomeno non un rudere. Le persone più anziane non trovano un cazzo, i giovanissimi vanno nelle cooperative maledette perchè sono le uniche che li prendono a poco e se ne fregano del loro curriculum nullo. Le donne poi, volendo non possono più nemmeno fare le puttane perchè la Carfagna ha trovato il modo per accentrare il potere della prostituzione attorno ai grossi papponi ed evitare che poveracce o gente in proprio possano creare una mancanza di guadagni all'industria della prostituzione, che come sempre risponde ai potenti, che siano mafiosi o politici è un dettaglio in quanto facenti parte dello stesso schieramento.

Insomma, abbiamo davanti questi scenari, peraltro già molto attuali.. ma cosa ne penserà l'Europa di noi?? Se avete mai viaggiato saprete come l'italiano viene considerato oltre che mafioso anche becero ed ignorante, in puro stile parodistico ma per certi versi calzante. Come mai?
Non ci renderemo conto della crisi fino a quando vedremo i prodotti nei negozi schizzare alle stelle e la nostra azienda sbatterci a casa. A quel punto, dopo un bel mattone di marmo sul naso ci sveglieremo, troppo tardi per fermare la ruota, troppo tardi per fermare la classe dirigente in fuga dal paese con il nostri beni. In quel momento per l'europa unita non saremo altro che un sacco di spazzatura, pesante e fastidioso. Insozzeremo cosi sempre più la Comunità Economica Europea, che ci seguirà nella crisi rischiando anch'essa il crollo. Puzzeremo come le palle di un barbone, e come tristi mietitori di un sogno oramai svanito osserveremo quel che resta della nostra patria con indifferenza. Come sempre d'altronde..

(danleroi)




giovedì 1 gennaio 2009

Un buon inizio..



Oggi inizia il nuovo anno,quel che sarà un terribile 2009 pieno di sventura dove vedremo il numero dei disoccupati aumentare di circa due milioni di persone, dove la soglia della povertà aumenterà statisticamente quasi del 10% diventando un quinto della popolazione, che comunque tolto un altro quinto di fortunati non sguazza nell'oro.Ma quest'anno, o forse l'inizio di quello successivo ci porterà tanto ma tanto cordoglio, per quella che un tempo era l'economia del nostro paese.
Si dice che i decenni sono solo piccoli frammenti che compongono il secolo, ma nel nostro caso questo decennio varrà quanto un secolo.

Eppure potrebbe essere comunque un anno positivo, o magari a suo modo decisivo perchè vedremo lo stato fare bancarotta ed assisteremo alla fuga del nostro premier verso chissà quale meta esotica, perchè lui non si accontenterà di Hammamet.
Forse sono troppo avventato, forse un po catastrofista, ma forse no. Siamo rotando attorno ad un asse di negatività totale dove ci viene nascosto tutto per cercare di sedare la cosa ed allungarla, per tenerla il più lontano possibile dal presente, per tamponare una ferita marcia e putrescente e ricoprirla di bende profumate e dire che non è nulla, che si tratta solo di un taglio lieve e che siamo qui in attesa che faccia la sua crosticina.

Ma chissà se hanno ragione, in fin dei conti mi chiedo se sarà davvero così merdoso oppure dovremo aspettare il 2010 per fare davvero il botto. Ed anche in quel caso magari potrebbe essere un ottimo trampolino per ricominciare, gli immigrati ci userebbero solo come scalo e non come poppa da cui succhiare il lavoro e potremo finalmente tornare ad essere noi gli immigrati, per incontrarci ancora con i nostri nonni sparsi qua e la tra Belgio, Francia, Germania o Inghilterra. Nonostante quindi il disastro economico che ci prospettiamo di fronte, potrebbe essere questo il terreno fertile per un buon inizio, per ricominciare ancora una volta.

La chiusura quest'anno di 200.000 aziende è qualcosa che gela il sangue se solo provate a pensare che i licenziati o cassaintegrati non fanno certo numero singolo, ma spesso valgono una intera famiglia. Queste cose poi colpiscono nel proprio orgoglio quando succedono, uccidono lentamente, rendono la vittima un pezzo di carne inutile ed alla mercè di chiunque, per una grande opera di rinascita anche di un sistema mafioso pronto a tornare di strada più che politico-bancario.
Facile fare i moralisti del cazzo adesso, ma con la merda che ci arriva alla bocca voglio proprio vedere. Perchè tutti abbiamo il diritto di lavorare e crescere la nostra prole, e non saranno certo un gruppo di porci arraffoni a rovinarci la vita. A quel punto va via la morale e se mi si dice che per vivere devo uccidere io uccido senza problemi.

Abbiamo ancora una chances, un unico tentativo da fare per salvarci il culo: prendere possesso fisico delle stanze del potere, licenziarli delle loro cariche, conficargli tutti i loro beni, e sbatterli in galera.
Bisogna fermarli per tempo,non devono fuggire, solo questo dico.
Perchè quando il nostro castello cadrà in disgrazia, loro devono pagare con i loro soldi il danno procurato, e ridurre per davvero cosi il debito pubblico per riacquisire dignità. Perchè poi quei soldi non sono nemmeno loro ma nostri, del popolo che hanno deufradato senza pietà alcuna, ed anche se nati miliardari la loro inettitudine e complicità mafiosa è caduta sulle nostre teste.

Dedico quindi per un buon inizio d'anno questa foto qui sopra, che come potete riconoscere rappresenta la nostra classe politica, che sia di destra o sinistra. Rappresenta in verità uno scatto fatto ad un museo della merda, dove come testimonial, pensate un po, avevano scelto proprio Sgarbi, e non posso dire che hanno scelto male, anzi..

(danleroi)