martedì 8 settembre 2009
Il Cursed Mountain che non c'era..
Il Cursed Mountain che non c'era..
La regola più scontata a cui si richiama ogni videogiocatore esperto è da sempre "non comprare i giochi perchè è bella la copertina". Ma questa volta, vuoi per i spettacolari video mostrati precedentemente, vuoi per le buone premesse in sede di anteprima, Cursed Mountain è entrato ufficialmente nella mia lista della spesa anche sopratutto per la splendida cover che ricorda quella di un libro d'avventura come piacciono a me. Niente di nuovo direbbe chi mi conosce bene, sono un grande spendaccione quando si tratta di videogame, ma la spesa questa volta non era stata davvero prevista, in quanto il momento era particolarmente intasato per via dell'uscita in pochi giorni di Batman Arkham Asylum e Wolfenstein, in anteprima anch'essi risultati pregevoli. A pochi giorni di distanza poi il portafoglio sarebbe stato nuovamente impegnato con funzioni celebrative come Metroid Prime Trilogy e per il duetto di beat'em up Dissidia e Soul Calibur per Sony PSP. In tutto questo "can can" ovviamente il titolo sviluppato da Deep Silver poteva facilmente essere dimenticato, ma invece finora è stato anche l'unico di codesti videogiochi a spingermi davvero a videogiocare.
Cursed Mountain è un survival horror di stampo marcatamente classico, di chiara ispirazione a serie del calibro di Silent Hill e Project Zero, o se vogliamo Alone in the Dark, e quindi prepotentemente riflessivo, d'atmosfera e ben poco action. In questa generazione videoludica contrassegnata da una continua produzione marcatamente shooter, il titolo sviluppato internamente da Deep Silver si offre come particolare delizia per tutti coloro che sono stufi di schiacciare bottoni laser prima di pensare, mentre per coloro che adorano fraggare centinaia di mostri senza sosta alcuna, probabilmente rappresenterà la nemesi più assoluta al loro concetto di videogame. Questo ovviamente perchè sin dalle prime battute saremo in grado con Cursed Mountain di capire l'andazzo di un gameplay estremamente lento e pesante, che si fa forte di una ambientazione "nuova" ed ispirata che possiamo definire prettamente azzeccata. Infatti lo stare con il naso fra le vette delle gelidi montagne in compagnia di un mistero ancor più gelido con delle strane sparizioni e.. apparizioni credo che sia capace di interessare o esaltare anche il videogiocatore più compassato ed annoiato dalla generazione attuale.
A livello di gameplay però arrivano già le prime noie: la struttura di gioco è piuttosto rigida e schematica, priva di estro o colpi di scena a livello di azioni, tanto da creare un senso di deja vu che comunque forse, grazie alla attuale carenza qualitativa nel genere, si fa sentire anche troppo poco. Le musiche sono perfettamente orchestrate ed allineate con la glaciale atmosfera e quel senso di terrore viene sempre enfatizzato a dovere, ben più di quanto in realtà faccia per davvero il gioco! Infatti nonostante la creatura di Deep Silver non sia certo una passeggiata a livello di difficoltà (che si attesta nella media), allo stesso tempo nei combattimenti cede sovente ad una continua ripetitività che porta spesso alla noia. Il più difficile nemico da affrontare è infatti la scomodità dei comandi, che comporta ad un richiamo continuo della posizione che ci farà trottare su se stesso il nostro personaggio in game, facendoci perdere attimi preziosi per affrontare il nemico di turno. Niente di cosi grave sia chiaro, tuttavia è una sbavatura che poteva venire curata senza troppe difficoltà con un po' di attenzione. Graficamente è una produzione di tutto rispetto, senza infamia e senza lode. Non che a livello di design sia stato fatto un lavoro mediocre, anzi, ma la scarsità di varietà derivata dallo stesso concept ha permesso al team di realizzare un opera estremamente positiva quanto scontata, che merita apprezzamenti più che altro perchè su Wii gira sovente molto di peggio e poco di meglio. Il movimento del personaggio appare a volte un po' legato e se questo lo uniamo ad una rilevabile presenza di alcuni blocchi e muri invisibili nei bordi e attorno ad alcuni oggetti e angoli, si può intuire una eventuale frustrazione in merito.
Lo sviluppo di questa produzione è basata per intero attorno alla figura di Frank Simmons e la sua storia. La struttura di gioco richiesta ci mette sempre nelle condizioni di svilupparla al meglio, partendo da una azione di ricerca che continuerà senza sosta poi per tutta l'avventura. Nonostante oggi questo sistema risulti quasi antiquato, non bisogna dimenticare come mantiene la sua valenza in termini di appagamento. Infatti se di principio nelle prime quattro ore di gioco, dello sviluppo narrativo ve ne fregherà poco o nulla, man mano dipanati i primi brogli ed approfondite le trame, si rivelerà piuttosto interessante, dandovi la forza per proseguire nonostante la pesantezza e la lentezza del gameplay. Pur non raggiungendo mai elevati picchi di complessità, gli enigmi gradualmente si trasformeranno in un qualcosa di più compiuto dell'essenzialità di inizio gioco, rendendo l'opera un perfetto esempio di produzione per videogiocatori che amano spaziare dai survival horror ai punta e clicca meno ortodossi. Lo sviluppo narrativo si avvale per lo più di diari da leggere e testi vari, con rare e non indimenticabili filmati d'inframezzo. Però il fatto che sia il ritmo della storia che l'esplorazione siano cosi lenti è un pregio o un difetto a seconda dei gusti di chi gioca. Ponderate bene quindi se per voi vale la pena acquistarlo, perchè Cursed Mountain a livello di longevità è da giocare una sola volta (che durerà intorno le canoniche otto ore) e per quanto appagante ovviamente non è un masterpiece. Il mio consiglio tuttavia è di acquistarlo senza riserve se siete appassionati di videogame nella loro forma più classica, se amate le storie misteriose e se vi siete rotti le scatole di giocare a sparatutto senza sosta. Per questi motivi nonostante non offra innovazioni o chissà che qualità degna di nota, Cursed Mountain si merita appieno il suo bollino blu.
(danleroi)
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