lunedì 7 settembre 2009

Ogni trenta palestinesi muore un israeliano

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/f5/Israel_and_occupied_territories_map.png


Forse in pochi sanno che l’O.N.U. ha inviato mesi fa a Gaza una missione di indagine guidata dal giudice Richard Goldstone, l'ex procuratore capo del Tribunale per i Crimini Internazionali dei conflitti in Yugoslavia e Ruanda. Il motivo? Lo troviamo presso
questo link, dove nel rapporto finale, rilasciato qualche giorno fa, viene espresso ufficialmente un verdetto di colpevolizzazione verso degli atti criminosi perpetrati dall'esercito israeliano nei confronti dei civili palestinesi.


- La questione.

Ma andiamo con ordine: nei mesi passati diverse redazioni giornalistiche (tra cui la nostrana Annozero) avevano realizzato dei servizi in merito alla consueta guerra in medio oriente, incredibilmente però supportando nel tema la causa palestinese riguardo sopratutto il come differenza di morti fra le due fazioni sia enormemente pendente verso una sola, tanto da pensare che più di una guerra sia quasi un genocidio. La quantità di morti e feriti spesso non coincida con l'informazione corrente che mostra sempre una Palestina estremamente offensiva e pericolosa ed il buono esercito israeliano in assetto difensivo e vittima di tanto male. Non è cosi, lo confermano i dati e sopratutto le terribili immagini di Jabalya, dove fra i feriti ed i morti vengono rese note terribili storie riguardanti la popolazione di questa cittadina e gli attacchi ricevuti dall'esercito israeliano. La
Missione O.N.U., informata dell'accaduto, ha investigato ed esaminato nei dettagli quello che risulta un feroce ed immotivato bombardamento israeliano, a colpi di mortaio, ai danni della popolazione civile palestinese. La cosa incuriosisce non solo per la sua efferatezza, ma anche per come sia avvenuto in un luogo "vietato" nei pressi dell'incrocio stradale di Fakhura, vicino una scuola dell’Agenzia per il Soccorso ed il Lavoro delle stesse Nazioni Unite, al tempo adibita a rifugio e ospitante altri milletrecento civili.


- Cosa è successo?

Le forze israeliane secondo diverse fonti, hanno lanciato in seguito a degli analoghi attacchi palestinesi, almeno quattro colpi di mortaio per cercare di uccidere un piccolo e specifico gruppo di individui in un luogo ove un gran numero di civili stavano svolgendo le loro attività quotidiane e nei pressi del quale erano ospitate milletrecentosessantotto persone. Questa azione non è passata inosservata per fortuna e non può in alcun modo essere considerata un’azione "necessaria" poiché non era stato dimensionato il valore di eventuali perdite di civili in paragone ai vantaggi militari cercati. L'United Nations Fact Finding Mission perciò ritiene che gli attacchi siano stati feroci ed indiscriminati, in violazione delle leggi internazionali, e che abbiano violato il diritto alla vita dei civili palestinesi uccisi in quegli attacchi.



- Sviluppi.

Interessante l'intervista ad Hamal Samouni, una bambina che ci racconta come l’esercito israeliano avesse attaccato la sua casa ed ucciso a sangue freddo suo fratello. Una storia importante, ma nel mezzo di queste vicende purtroppo diventa una come tante. Ecco però cosa scrive su quest’episodio il Rapporto della Missione Onu in merito:
"La Missione ha svolto indagini sul bombardamento di una casa in cui civili Palestinesi erano stati costretti a riunirsi dalle forze israeliane e sull’uccisione a colpi di arma da fuoco di civili che stavano cercando di lasciare le loro case per rifugiarsi in un luogo più sicuro, che agitavano una bandiera bianca, o a cui, in alcuni casi, gli stessi israeliani avevano dato l’ordine di allontanarsi (…). La Missione reputa che la condotta delle Forze Armate Israeliane costituisca una grave violazione della Quarta Convenzione di Ginevra poiché hanno compiuto uccisioni premeditate di civili e hanno causato grandi sofferenze a persone protette, azioni tali da fare sorgere responsabilità criminali individuali. Reputa anche che l’uccisione arbitraria di civili Palestinesi sia una violazione del diritto alla vita."


- Conclusione.

Questo quindi conferma quanto da molti testimoniato, dando finalmente un giusto peso alle varie testimonianze.
In base ai dati raccolti quindi, la Missione O.N.U. reputa che le Forze Israeliane abbiano commesso più volte numerose violazioni delle leggi umanitarie internazionali e delle leggi dei diritti umani. Voglio ricordare come loro ai nostri occhi ci appaiano "i buoni" mentre i Palestinesi "i cattivi". Eppure è strano, perché sono proprio quest'ultimi che stanno perdendo più uomini, sopratutto fra i civili. Si parla infatti che per ogni israeliano ucciso ne muoiano trenta di palestinesi, spesso sopratutto bambini. Se poi ci ricordiamo che QUELLE terre e QUELLE zone originariamente appartenevano al popolo palestinese, detronizzato da quei luoghi una volta che terminato il secondo conflitto mondiale si voleva ricompensare il fottuto "popolo eletto", vien da pensare quanto sia vergognosa l'opera dei governi occidentali nei confronti di questa popolazione, che per induzione forzata dai media tanto a noi appaiono malvagi. Ma il rapporto della Missione ONU merita di essere letto dall’inizio alla fine.
(danleroi & altre fonti)


Lo trovate qui



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