giovedì 10 settembre 2009

Un salto fra Tarantino e John Woo..

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Annunciato parecchio tempo prima da una Midway ancora in buona forma, Stranglehold si proponeva come una rivoluzione del concetto di gioco alla Max Payne, portando il videogioco ad un livello di spettacolarizzazione mai visto prima. L'ambientazione orientale pesantemente evocativa ed un sistema che quasi ricordava quello di un picchiaduro a scorrimento può aver fatto piacere, ma i colpi di classe nelle movenze e nelle dinamiche ancora oggi sono perfettamente rimaste nella memoria di chi ci ha giocato. Solo provandolo però ci si rende conto di come sono diversi i connotati fra videogames e cinema: da perfetto seguito delle maggiori produzioni di John Woo, che ha partecipato attivamente al progetto, ecco quindi un altro capolavoro perfettamente incastonato fra un A Better Tomorrow e The Killer oltre che naturalmente.. No scusate, sto probabilmente parlando di un altro gioco perchè Stranglehold si è rivelato un fallimento bello e buono. Il controllo legnoso e la sceneggiatura banale non hanno lasciato il segno dentro la mente di nessuno, e se vogliamo non era nemmeno quel bel popò di grafica poichè vantava errori grossolani qua è la, muri invisibili, automatismi ed imprecisazioni varie che hanno minato un esperienza che nel complesso è risultata mediocre. Un momento però, sto recensendo Stranglehold o devo parlare di qualcos'altro, tipo i diversi connotati tra cinema e videogames? Allora, andiamo con ordine e fermiamoci ad analizzare cosa significa il metodo Woo, ovvero il colpo di genio che lo ha reso celebre: Il regista nelle scene d'azione pone a rallentatore il protagonista, che stendendo i suoi nemici in sparatorie inverosimili o quasi, le fa intervallare da scene rapide in cui vi è sempre il soggetto che spara, ma in un accostamento antitetico di ralenti e montaggio fulmineo. L'impressione è quella che le vittime "continuino a morire" anche dopo un primo colpo di pistola, in cui si vede il personaggio colpito (ralenti) contorcersi sotto la dinamica dei colpi mentre viene mostrato l'eroe che con perfetta eleganza si getta in tuffo eliminando un numero imprecisato di nemici, il tutto sempre perfettamente mixato fra scene veloci ed a rallentatore. Questo purtroppo nel videogame viene realizzato solo a metà, poichè la regia non è mai cosi libera ed il controllo del personaggio deve essere sempre presente, almeno nelle sessioni in game, lasciando alla nostra azione la possibilità di attivare il ralenti.
Bisogna anche dire che senza fare confusione, il cinema tecnicamente bene o male è sempre il medesimo, se hai qualche milione di dollari per realizzare un film. Non si parla di grafica, di aliasing e cretinate varie. Certo, anche nelle migliori produzioni cinematografiche ci sono a volte elogi o critiche derivanti da meriti o demeriti tecnici: quanti film pieni di effetti speciali sono stati considerati "grandi" nonostante la pochezza di recitazione e trama? Tantissimi, eppure non hanno condiviso la stessa sorte di Stranglehold per esempio, giudicato malvagio da coloro che antepongono la grafica all'esperienza; giudicato lento da coloro che antepongono la frenesia ed il risvolto action all'esperienza; giudicato privo di esperienza da coloro che preferiscono la classica forma di videogame a quella proposta da Midway, forse anche troppo emulativa di un genere di produzioni poco adattabili al videogame se prese cosi come sono.
Ok, se avete capito qualcosa di quello che ho scritto (io no) riprendiamo che ho perso il binario dove avevo messo il discorso. Ma quale discorso? Di cosa sto parlando? Sembra che io sia nel pieno campo del "non sense".. ma no no.. non è cosi. Anzi, ho già detto tutto su Stranglehold, ne ho fatto senza volerlo una recensione in breve. A proposito, quando è uscito? Nel 2007 ma non ricordo quando di preciso. Ho detto tutto comunque anche su John Woo, e volendo anche sulla carriera del suo protagonista preferito, quel Chow Yun-Fat che per i fan del cinema di Hong Kong è rimasto senz'altro indimenticabile con i suoi modi gentili impersonando l'ispettore Tequila. Ho dimenticato solo di dire che Stranglehold è del vero seguito di Hard Boiled ma probabilmente non fregherà proprio a nessuno.


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Parliamo invece di un altro gioco ora, ovvero Wet, sviluppato da Artificial Mind and Movement e che verrà distribuito da Namco Bandai/Bethesda a metà di questo mese. Provando in anteprima Wet mi sono reso conto di una cosa, ovvero di come sono diversi i connotati fra videogames e cinema.. again! Insomma ragazzi diciamocelo bello chiaro, l'apprezzata collaborazione di registi come John Woo nel suo Stranglehold per quanto valida si è rivelata infine inferiore alle aspettative, quindi ora non devo stare qui ad annoiare ancora parlando di Wet, un gioco che vanta pure un comparto tecnico di basso profilo, forse ancor peggiore di.. anzi togliete pure il forse, ho acceso la console ed ho fatto confronti, è peggiore. Cosa posso dire di Wet? Beh vediamo, innanzitutto la protagonista è carina, si atteggia da gran fica ma è in fin dei conti un pupazzo digitale, mica come quella, per esempio, di Kill Bill! Mmm.. ok stiamo seri, e vediamo un po' il gioco, coniando l'ennesima definizione da "a metà strada fra John Woo e Tarantino". Si davvero, proprio quello di Kill Bill che tanto agli sviluppatori deve essere piaciuto, poichè le movenze e le azioni della protagonista sembrano proprio quelle di Beatrix Kiddo, splendidamente interpretata da una sensuale Uma Thurman. Perfetto direte, ma graficamente fa schifo. Infatti è proprio questa la differenza di connotati fra cinema e videogames, ovvero il valore tecnico dietro una esperienza. Wet è graficamente mediocre, specie su PlayStation 3 dove ogni cosa appare seghettata quasi da un falegname professionista. Eppure proprio per questo motivo probabilmente di Rubi non ve ne fregherà nulla, nonostante lei sia pure un ottima spadaccina e tiene in serbo anche due ottime pistole per ogni occasione. Non solo, è capace di saltare in perfetta agilità in uno stile che la rende molto sensuale, si anche lei! In più vanta forti contatti con quel "Bullet Time" di Max Payne o se vogliamo di John Woo, che ci permette in balzo di eliminare un po' di gente con la giusta abilità e l'enfasi dello sborone. Ogni sua estensione dinamica è ricercata, apparendo cosi mai goffa ed anzi, proponendosi appieno come perfetta erede delle qualità espresse e ricercate per anni dai due famosi registi. Se questo non vi basta, sono molto evocativi anche i filtri grafici, che se sporcano un pochino la resa video, in compenso si prendono appieno la colpa evitando ad un primo sguardo di notare quanto la grafica sia grezza e realizzata non al meglio. Le dinamiche nello sparo poi oltre a dare un effetto di perpetuazione, sembra che siano davvero pregevoli specie quando l'azione viene caricata di aspettative dalle cut-scene che la precedono, piuttosto brevi ma efficaci, cosa che in questa prospettiva si possono definire preparatorie. Superlativi anche i livelli bonus, dove viene trovato sistematicamente ogni volta una nuovo filtro per una azione di gioco che se resta sempre medesima, almeno visivamente ne esce rinnovata. Infatti il senso di fatalità e la magnificazione racchiuse in questo momenti ricordano quelli altrettanto riusciti di un Killer 7, naturalmente solo nel fondamento di un corrispettivo estetico, privo quindi di quel valore aggiunto dell'opera di Capcom. Le musiche calzano perfettamente nello stile, con quel punk sparato che tanto si addice a questo genere sempre un po' oltre le righe. Ok, forse il salto fra Tarantino e John Woo non è venuto al meglio. Forse facendo bene i conti mancano certe qualità essenziali per rendere Wet un capolavoro. Ma quando voi andate al cinema mica sempre vi aspettate di vedere un nuovo masterpiece, anzi. Volendo poi, in questa generazione, quanti capolavori veri avete giocato? Wet riesce perfettamente dove mira, è divertente e poi.. e poi.. e poi basta! Anzi, ora comincio a capire anche Stranglehold, e forse a criticarlo di meno. Ho acceso la console ed in attesa dell'ennesimo confronto a fuoco che stanno per introdurre.. che dite ce lo facciamo un panino?

(danleroi)

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