martedì 28 luglio 2009

Localizziamo il Giappone..

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Secondo Atlus, altra bella software house che ha tempi biblici di traduzione già solo in inglese (in italiano il problema non si pone in quanto non li traduce mai) il processo di localizzazione è molto lento per sua stessa natura, in quanto forzatamente deve seguire questo procedimento e questi tempi:

-Giocare al videogioco e cercare di identificare il contesto del testo fornito (da 1 a 2 settimane)
-Localizzazione vera e propria in base alla lunghezza del testo (da 1 a 8 settimane)
-Programmazione realizzata dagli sviluppatori originali (da 4 a 6 settimane)
-Controllo qualità per eventuali bug o errori (da 5 a 8 settimane)
-Approvazione del producer (da 3 a 8 settimane)
-Stampa, inscatolamento e spedizione (da 3 a 5 settimane)

Nel migliore dei casi quindi un bel gioco tradotto solo in inglese ci mette quattro mesi, oppure nel peggiore un anno. Non ce che dire, bel sistema. Infatti sarà per questo che PERSONA 3 in Giappone è uscito nel 2006 mentre da noi due anni dopo pergiunta in inglese. Oppure che il recentissimo Ar Tonelico 2 di NIS esce due anni dopo la release orientale. Quindi si perde un anno per rilasciare la versione americana, ed un altro anno per quella sfigata Pal. Di conseguenza eventuali titoli usciti solo di recente in Giappone li vedremo fra due anni in Europa, magari ancora su una PS2 che probabilmente tramanderemo ai nostri nipoti. Ma ne vale la pena? Se uscivano per tempo le vendite non sarebbero state migliori? In quanti oltre qualche sfigato come me vanno a spendere 40 euro per un rpg uscito su una console come PlayStation 2, morta o meglio zombie da qualche anno? Se perle come Persona 3 e FES uscivano da noi nel 2006/07 non avrebbero avuto un altro peso nelle vendite?

La verità è che il Giappone deve smetterla di considerarsi diversamente dal resto del mondo. Localizziamo il Giappone! Non è una regione a se stante, questa è una visione provinciale che di suo sta già limitando moltissimo la loro economia. Ci sono centinaia di titoli che se pubblicati in Europa ed in America per i tempi giusti potrebbero rivelarsi dei successi. Siamo sicuri che un Densha de go! venga cosi malgiudicato da noi? Perchè non provare ad educare videoludicamente parlando le nuove generazioni con release orientali, magari limitando quelle occidentali che negli ultimi anni hanno preso il sopravvento? La colpa ovviamente è delle grosse multinazionali orientali come NINTENDO, SEGA, BANDAI ecc. perchè mantengono ancora una visione arcaica del settore. Già non capisco perchè Project Zero IV non sia stato importato, essendo un titolo considerato in patria Gaijin. Ma il dilagante successo di Nintendo è stato effettuato spesso con conversioni e software ridicoli, spesso qualitativamente pessimi e da un valore artistico e ludicamente didattico nullo. Il successo è arrivato proprio perchè hanno rotto questo maledetto vincolo di pregiudizi che soffocava il settore videogames da anni. Ma come lo hanno rotto? Con che qualità? Questo successo poteva essere ancor più pregevole se coadiuvato da produzioni che loro ritengono erroneamente inadatte al mercato occidentale. Se Nintendo con il suo Wii, pur tecnicamente limitato e datato, si prendeva l'onere di importare insieme ad altre major buona parte dei titoli orientali, probabilmente il distacco in termini qualitativi con le altre console oggi sarebbe limitato, se non a favore di Nintendo stessa.

Poi per tornare in discorso, a queste condizioni la localizzazione in lingua inglese potrebbe essere istantanea a quella orientale, e la release nei territori NTSC deve essere unificata, finchè almeno le major non si dedicheranno integralmente alla benedizione del region free. Importando il Giappone nel mondo, questo si evolverebbe in buona parte seguendo il loro stile. In fin dei conti, non sono nate cosi le nostre amate console?

danleroi

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