sabato 25 luglio 2009

Another Code non è Gears..


http://bgv2wg.bay.livefilestore.com/y1pdXQeypj-3kKBrdnu9Km5x9vE3HImvOXfQcbhFSolR1xanZA2yroqiS7i17o4_vvozVNVCq4VzLDtZWSvv_9caw/AnotherCWii4.jpeg


Secondo me Another Code per il Wii è un gioco molto valido, con un ottimo comparto narrativo che stuzzica quanto basta per rendersi attraente. Sostanzialmente è un punta e clicca molto semplificato, che certamente farà storcere il naso a chi da anni gioca con questo genere su PC ma che per un pubblico da console è l'ideale.
Per quanto mi riguarda spero (ma non ci credo) che questo titolo possa aprire un filone di videogames prettamente narrativi, capaci di raccontare storie e rendersi sempre attraenti. Purtroppo questo genere di produzioni vanno incontro ad un pubblico spesso sbagliato, che in questa generazione peraltro trionfa allegramente con decine e decine di sparatutto e action a non finire. La critica dal canto suo, essendo maggiormente composta da videogiocatori coetanei e non necessariamente di grande esperienza rispetto al pubblico stesso, ovviamente segue le stesse linee. Multiplayer poi notoriamente ormai sembra avere una scala tutta sua per valutare le produzioni per il Wii, dove il massimo dei voti è sette ed il minimo meno sette, salvo ovviamente le eccezioni che i saggi ci dicono servono per confermare la regola.
Comunque siccome non ho nessuna voglia di fare incrementare il counter delle visite ad un sito ed una recensione a dir poco esilarante, vi offro un altrettanto divertente riassunto critico della critica qui di seguito:


-Si inizia con un "ci voleva" che riassume la solita tiritera dei giochi casual su Wii. Ormai è un riempitivo ideale per le recensioni, che devono raggiungere un certo numero di caratteri ed il recensore spesso non sa che scrivere, perso com'è tra l'odio prolifico aziendale verso il producer del gioco da recensire ed il tempo che ci si vuole dedicare, ovvero "nemmeno l'accensione".

-Dopo una pastosa e non proprio grammaticale premessa si arriva con gli aneddoti da developers: si ricorda al mondo che Cing non è il cinese sotto casa che lavora di notte nella sartoria clandestina ma l'autore di tanti altri titoli come appunto Another Code e Another Code. Anche Another Code. Ma che gioco si sta recensendo? Another Code!

-Si descrive il ritmo di gioco, dove con precisione viene spiegato che non si tratta di un Rhytmn game ma di un prodotto potenzialmente molto lento, pieno di dialoghi "verbosi" (ahahahah verbosi è bellissimo) che per inteso non vogliono essere un problema secondo l'ardito recensore, visto che la capacità di sintesi è una cosa che da sempre manca agli autori. Il problema sta tutto nella pochezza di contenuti che non si sa perchè a lui fa perdere il filo conduttore, a cui attribuisce pure leggendarie capacità meccaniche visto che dovrebbe "spingere" (a suo dire) a proseguire la storia con la curiosità di vedere cosa succede dopo.

-Con le giuste e doverose pennichelle, ci vogliono quattro ore per superare ancora vivi il prologo, per poi "passare a qualcosa di concreto e sensato a fini ludici" ahahah!. La voglia di muover le mani del recensore è senza fine purtroppo, e nel frattempo che prova Another Code si fa un orda a Gears of War 2 per non addormentarsi di nuovo. Segue poi una critica elementare alla trama definita "all'acqua di rose che certamente non resterà impressa nei cuori dei giocatori" (ahahahah.. nei cuori mi raccomando, non nella mente!!).

-Non sapendo più cosa scrivere, l'arguto recensore inizia con la descrizione della trama, dove la nippo-americana Ashley, dopo aver perso la madre nel gioco precedente, qui perde il padre. La sfortuna vuole che come ambientazione al posto di una Washington post apocalittica o un pianeta Sera dominato da orde di Locuste, ci sia un maledettissimo e tranquillo Lake Juliet. Una location poco elettrizzante secondo il recensore, che mal si presta a far decollare la narrazione (come se necessariamente una narrazione per decollare deve aver bisogno di una ahah "location")

-Lo stesso discorso per i personaggi, che sono "piatti e anonimi, privi di sfaccettature e di differenti chiavi di lettura". Non so cosa significhi ma è la consueta frase da utilizzare per confondere il lettore e fargli pensare: "non ho capito bene, però probabilmente è perchè non ho il gioco". Questo perchè probabilmente nemmeno il recensore ha il gioco, o perlomeno, non lo ha provato per davvero.

-Altra frase imperdibile, da citare assolutamente è questa: "i dialoghi poi sono arrivati davvero a livelli di lunghezza esagerati, logorroici anche sui più inutili e trascurabili aspetti". Mi piace sta frase perchè "i dialoghi poi sono arrivati davvero a livelli di lunghezza esagerati" è improprio nella struttura e quasi si rivolge all'intero genere videoludico, suonando come un "i dialoghi poi sono sempre più lunghi nei videogames odierni, mi vogliono costringere a leggere, ma si può?" perchè altrimenti se riconducibili al solo Another Code verrebbe da pensare che i dialoghi si allunghino da soli, arrivando a livelli di lunghezza esagerati..

- Solita considerazione di come Nintendo (che è solo in veste di produttore e distributore, ma a cui vengono sempre attribuiti i mali del mondo) abbia voluto abbassare il target di utenza con questo capitolo di Another Code, cercando di dare vita a quello che avrebbe dovuto rappresentare un ABC (ahahah! un'abbicì..) delle avventure per adolescenti, magari femmine e portatrici di tutti i mali della società. Insomma anche sessista questa bella review! E' un difetto per caso produrre giochi per ragazze? Ma poi, sicuri che Another Code sia per sfigate di sesso femminile, che nella vita oltre il ciclo mestruale potrebbero patire questa terribile produzione Nintendo?

- Quello che rende Another Code una delusione è però, secondo l'autore, sapere che Cing ha fatto di meglio in passato. Come dire, molto coerenti i motivi di critica al titolo.

- Attenzione però, il gioco non è un fallimento. Come mai? Perchè graficamente adotta la soluzione romanaccia "de cel shading" per i personaggi inseriti in ambientazioni che mescolano 3d e disegni a mano, con un utilizzo del colore che ricorda un libro illustrato. Ehehe!!

-Il gioco non è male anche per gli enigmi a cui "si intravedono sprazzi di luce" per l'uso del wiimote. Apre il discorso per lodare gli enigmi ma poi loda il controllo degli oggetti negli enigmi. Ci capite qualche cosa?

- Riporto paro paro: "su DS Cing aveva stupito per le soluzioni innovative introdotte, e anche con questo capitolo il team ha cercato di mantenersi su livelli simili, che però nonostante lo sforzo non sono stati raggiunti appieno." (eeh?)
"Il motivo? ovviamente la (ennesima) semplificazione che ha toccato anche la profondità e difficoltà degli stessi enigmi, ma nonostante questo si possono comunque incontrare puzzle gradevoli soprattutto dalla metà in poi della storia." Ovvero è un messaggio di speranza perchè quella metà di gioco il recensore non l'ha mai vista ovviamente, ma taglia fuori cosi quelli che gli direbbero "cosa? guarda che verso la fine il gioco è tosto.. ma che dici?"

- Altre citazioni: "Discutibile invece il discorso relativo al controllo della protagonista all'interno degli ambienti; i suoi movimenti sono infatti limitati da una sorta di binari da percorrere in maniera bidimensionale senza libertà di esplorazione. Al giocatore spetta solamente la possibilità di far spostare in avanti o indietro Ashley, ed eventualmente farle cambiare "binario" in occasione dei bivi esattamente come su uno scambio ferroviario." Tutto giusto, più o meno, ma lo "scambio ferroviario" è un richiamo da Oscar eheheh!!

- La longevità si attesta dalle 12 alle 15 ore (per il recensore "di sonno")

-Conclusione: Nintendo e Cing hanno partorito un giochetto facile facile, un'avventura all'acqua di rose e due gocce di violetta con una trama che non decolla quasi mai, senza la propulsione meccanica di un filo conduttore. Questa poi, affossata da una prolissità (ma la conosce la differenza fra "prolisso" e "logorroico"?) dei dialoghi evidentemente fuori controllo (Doh!). Una specie di libro adolescenziale (un pornazzo? Un manga cretino? Che libri leggono gli adolescenti?) da leggere più che un gioco quindi, con un ritmo tanto compassato e annacquato da richiedere davvero uno sforzo per riuscire a proseguire fino a raggiungere la fine ("senza addormentarsi" l'ha tirato via il capo redattore). Malgrado gli spunti di interesse in realtà non manchino, a cominciare da una componente tecnica più che piacevole (arridaje) il quadro complessivo costringe a consigliare il gioco solamente a un pubblico giovane e alle prime armi dotato di una grande propensione alla lettura (quindi a nessuno conoscendo le attuali generazioni, oppure un bel ruspante sfigato e secchioncello da svezzare a suon di Another Code. Se ne conoscete uno consigliatecelo).

Mollate li multiplayer va..

(danleroi)


Nessun commento:

Posta un commento