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sabato 15 maggio 2010

Yoshi's Island


Cercare di descrivere Yoshi's Island: Super Mario World 2 con poche parole non è affatto facile visto che si potrebbe realizzare sopra una intera tesina senza mai risultare ridondante o ripetitivo. Capita raramente di avere a che fare con una produzione così esemplare e capace di raggiungere la doppia cifra in tutti i reparti che costituiscono un videogames. Sono stati in molti ad andarci vicino nella storia di questo settore, ma pochi possono vantarsi di non avere pressoché alcun punto negativo su cui un detrattore potrebbe un giorno rivalersi. Sviluppato da una Nintendo al tempo nel suo massimo splendore, questo capolavoro è tuttora incastonato nella mente di chi ci ha giocato come una pietra miliare, uscita forse troppo tardi su uno Snes che non voleva saperne di morire. Era il tardo 1995 e questo signori è Yoshi's Islands.


La base di partenza è quella comune del gioco di piattaforme, ma stavolta il vero protagonista del gioco è Yoshi, un draghetto verde comparso la prima volta in Super Mario World. Yoshi ha una lingua lunga e prensile, con la quale è in grado di raccogliere oggetti e nemici ed utilizzarli a suo piacimento sputandoli o ingoiandoli, per poi trasformarli in uova pezzate che lancerà addosso ai nemici oppure per attivare meccanismi. Yoshi è pesante, non troppo agile, ma in compenso riesce con sforzo a restare quel tanto in aria da raggiungere comunque le piattaforme più alte. Un draghetto prodigio, anzi tanti draghetti, perché forse bisognerebbe parlare "degli Yoshi", che sono multicolori e vivono liberi nei boschi. Proprio in quei luoghi però cade un giorno il piccolo Mario, mancato nel suo rapimento da Kamek per fare un favore a Bowser, condannato nel futuro alla sconfitta perpetua dai due eroi nella corsa alla Principessa Peach. Tuttavia Luigi, sempre sfortunato, viene preso, e sarà compito del piccolo Mario salvarlo proprio grazie all'aiuto degli Yoshi, che dopo averlo messo in groppa si daranno all'avventura.

Stilisticamente il prodotto Nintendo è quanto di meglio mai realizzato per la sua console. La grafica di Yoshi's Island sembra essere stata tutta disegnata a pastelli, come se realizzata da un bambino. Un bimbo prodigio però, perché racchiude in se l'inventiva quanto la qualità di realizzazione che solo dei veri artisti potrebbero avere. Eccellente quindi sia per qualità ludiche che per design, il titolo Nintendo ambiva probabilmente ad essere la massima espressione artistico-grafica raggiunta negli anni novanta. Non finisce certo qui, perché sono notevoli le trovate introdotte proprio con questo titolo, a cominciare da un sapiente uso dello scrolling e dell'effetto di tridimensionalità, non a caso si giocherà molto sulle prospettive, andando ad occupare ogni porzione di schermo se necessario, anche lo sfondo. Per realizzare tanto bendiddio Nintendo dovette ricorrere ad un chip grafico inserito nella cartuccia stessa del gioco, capace di dare quella qualità in più che nemmeno la conversione per GBA di parecchi anni dopo riuscì ad imitare. Altre novità riguardavano la cosiddetta "barra della vita", qui assente perché quando si viene colpiti non si perde energia e né si muore: semplicemente Yoshi perde Baby Mario, che comincia a volteggiare piangendo per il quadro di gioco per una ventina di secondi. Sta a noi cercare di riprenderlo prima che Kamek arrivi a cavallo della sua scopa e lo porti via causando il game over.


Ma Yoshi's Island è un gioco a piattaforme virtuoso come pochi altri, fondato su un level design magistrale ed una struttura ludica vincente quanto adattabile alle abilità del videogiocatore. I livelli di gioco infatti si potevano completare mirando al punteggio, una sorta di voto finale che racchiudeva tutti i collezionabili, utile per sbloccare diversi bonus levels. I giocatori più smalizati dunque avevano piacere a trovare tutti i fiori e le stelline sparsi per il gioco, offrendo quindi parecchi motivi per rigiocarlo anche una volta completato. La "Nintendo Difference" in questo titolo si fa però davvero imbarazzante: mai infatti si erano viste produzioni di questa qualità e da un gameplay cosi brillante. Yoshi's Island infatti celebra un vero e proprio trionfo bidimensionale che partendo dal classico concetto alla "Super Mario" lo evolveva ai suoi massimi livelli. Come un epitaffio indelebile sulla golden age dei videogame, apriva le danze alle nuove generazioni, fatte d'apprima di cubetti e scarsa giocabilità ed in seguito di posizioni promiscue fra cinema e videogioco. Forse mancherà a pochi oggi, presi fra sparatutto e action simili a film, ma il vero videogioco 2D era questo, nella più pura delle sue forme e nel suo massimo tassello evolutivo.


danleroi


domenica 11 aprile 2010

Il giuoco italico..

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In Italia i giochi che tirano di più -ormai si sa- sono quelli che mediamente fanno più cacare, eppure in base alle recenti classifiche sembra che la vendita del software in terra nostrana sia stata leggermente migliore del solito nel 2009, anche se nei limiti della banalità più mostruosa. In testa ovviamente, in un paese fondato sul calcio, non poteva mancare il duetto composto da PES e FIFA, quest'anno ancora più agguerriti grazie alla campagna pubblicitaria che Electronic Arts ha compiuto per le varie redazioni di siti e riviste di tutto il mondo. Soldi e garanzie di esclusività però non sono bastati in un paese che per tradizione "non legge" e cosi la povera Konami nello stivale resta la preferita, in barba a tutti i maledetti "fifari" che ogni anno rompono le balle con la solita panzana che "quest'anno Fifa è migliore di Pes".

Oltre ai giochi di calcio però, perché si, in Italia esiste un "oltre", ecco piombare la tech demo di Nintendo, il famoso Wii Sport Resort, ovvero una raccolta di abbozzati videogames sportivi basata interamente sulle meraviglie del Wii Motion Plus, ammenicolo finora mal sfruttato che permette di rilevare movimenti più precisi con il classico telecomando Wii. Siamo dunque sempre in ambito sportivo, in pieno stile italico quindi, una nazione di campioni, specialmente dalla poltrona. Per le gioie di EA invece, sempre affamata di soldi e deretani (anche nostrani), ha venduto bene la nuova versione di Need for Speed, serie ormai decaduta e che campava giusto al nostro aggiornato paese. Quest'anno però ne è valsa la pena: infatti Shift è davvero ben sviluppato, anche se ha cambiato totalmente stile e per questo motivo è facilmente reperibile fra l'usato: niente più corse del sabato sera, tanto amate dai nostri amici terroni, ma su pista, alla Gran Turismo per intenderci. Altro ritorno gradito invece, il discreto Tekken 6, titolo che pecca di un comparto estetico non proprio brillante.

Italia si, Italia no, un popolo di atleti con Wii Fit Plus, che non è ben chiaro se questa classifica sgraffignata a qualche sito che non vi dico si riferisce alla versione con la balance board o quella senza. La differenza? Solo ottanta euro di sudore, roba di poco per una etnia composta di giovani spendaccioni. I giovani si, i giovani no. Ma la giovine Italia ci sa fare, è arguta ed anche se legge poco, adora guardare le figure, osservare cattedrali e capirci un fico secco, perché fa stile. In un paese intriso di storia, ovviamente la cultura è un obbligo ma non qui da noi: fanfaroni come pochi, il massimo in grado di digerire è qualche ventina di minuti di Voyager, un programma che sa bene il fatto suo e non a caso prepara sempre brevi servizi fatti con il culo su argomenti potenzialmente molto vasti. Per un popolo cosi ovviamente Assassin's Creed 2 di Ubisoft è la manna dal cielo, visto che si presenta come un bellissimo contenitore estetico privo di sostanza. Se lo avete comprato per il look del protagonista invece, fate il paio con Prototype, un gioco completamente diverso ma con lo stesso cappuccio di Altair ed Ezio Auditore. Da noi ci scommetto, ha venduto solo per questo.

Ho dimenticato Call of Duty diecimila? Nono.. tranquilli boxari pcisti della malora, mi ricordo perfettamente di quel bel giochino militare che da qualche secolo vi consuma tutto il vostro testosterone! Come trascurare poi l'ultima opera di Infinity Ward, una sofco ormai decapitata e depredata dei migliori talenti? Sparate pure senza sosta ragazzi, Call of Duballe andrà avanti ma non sarà più la stessa cosa ed io mi godo il pensiero di vedervi nei prossimi anni schiavi delle (poche) abilità di Treyarch! Se invece siete dei sonari pcisti, oltre al solito beverone di Activision vi siete cuccati anche la sua fotocopia in salsa sci-fi, ovvero il buon Killzone 2. Gli amanti dell'avventura invece, la parte buona del paese, hanno ben sovvenzionato le casse di Sony e Capcom con l'acquisto di Uncharted 2 e Resident Evil 5, due giochi di ottima fattura, anche se il secondo ha ben poco a che fare con le origini della nota serie. Ma pazienza, meglio non protestare, correre il rischio di ritrovarci Milla Jovovic per il prossimo episodio è troppo alto. Uncharted invece è tutto un mistero: la critica lo adora, io pure l'ho goduto come pochi, ma fatica a vendere a livello internazionale perché non tiene "locuste" e scimuniti spacciati per eroi chiamati "padrone capo" in game. Per fortuna che noi, vecchi cuori di Tomb Raider, lo sappiamo apprezzare.

Da bimbolandia infine, ecco Pokemon Platino, ennesimo furto compiuto dalla grande N ai danni dei fans di questi mostriciattoli teneri ed inoffensivi. Altro? Certo, ecco infatti L'era Glaciale 3, una porcheria con gli achievements facili, quindi la comprerò anche io prima o poi. Infine Ben 10, che non so -per fortuna- nemmeno cosa sia. Per il pianeta donna invece, ecco The Sims 3, gioco che solletica le manie dell'ordine delle nostre dolci donzelle. Un gioco da cancellare dalla faccia della terra, perché tra lui e World of Warcraft (per le più ardite) queste non ramazzano più in casa e ci tocca fare tutto a noi homini veri! Sono troppo cattivo, lo so bene, cercherò dunque di rimediare con qualche bel complimento nemmeno troppo velato: mio popolo adorato (si fa per dire), vi ringrazio di esservi ricordato anche di quella perla di New Super Mario Bros e del sempreverde Mario Power Tennis. Un po' meno per Mario e Sonic ai giochi olimpici invernali ma va bene lo stesso. Vi ringrazio ancora poi per Professor Layton blablabla e sopratutto mi chiedo come mai non ve li siete scaricati, che razza di italiani siete?

(danleroi)