martedì 20 ottobre 2009

Famitsu lo recensisce: Bayonetta 40/40!



Da tanto e troppo tempo sto sbavando dietro i video di Bayonetta. Non è certo solo per la sexy protagonista, ma per l'insieme artistico e dinamico che il prodotto, sviluppato dagli ormai mitici Platinum Games (MadWorld) sotto la stella protettrice di una SEGA in gran rispolvero, mette in mostra con le sue cromature, i suoi tocchi di classe, la fluidità ed il piacere di vedere ancora una volta un grande ritorno del videogame orientale che tanto la scorsa generazione ci aveva appassionato. Ed è una grande soddisfazione, perché mi rendo conto che può sembrare strano, ma i migliori giochi di questa generazione SONO GIAPPONESI, nonostante i commenti di qualche sonaro/boxaro/sfollato pcista sempre pronto a tirar fuori i consueti Haldo, Giovanni of Wars e Giallzone 2.

Francamente infatti, nonostante le critiche parzialmente condivisibili alla demo scaricata dagli store giapponesi, mi sono letteralmente stancato di questa sfilza infinita di software americano, come della critica perennemente severa verso quei titoli che oggi non rispondono a certi canoni. Guardavo per esempio proprio oggi Spaziogames recensire, quasi con lo stesso voto, quella porcata di Section 8, capace di offrire al suo meglio il peggio di un Halo, e MagnaCarta 2, dai connotati estremamente più interessanti e parzialmente innovativi, specie nei combattimenti, in un genere dove ormai davvero si ha tirato fuori di tutto.

Bayonetta invece, per i soliti detrattori, è troppo simile a Devil May Cry. Ma che mi frega? Quanti FPS bisogna provare per trovarne due simili invece? Ve lo dico io, due! Ma la critica in questione non si sbottona mai più di tanto. Poi volendo, Bayonetta condivide parecchio con Devil May Cry, anche perchè sono sviluppati entrambi dagli stessi autori! Al posto che spenderci quindi una in una inutile pantomima di lamentele, provate a vederlo come un evoluzione! Insomma, facciamo tutti un po' di silenzo e riflettiamo prima di sparare l'ennesimo rimprovero verso una terra che in questa generazione produce su home console molto poco, ma che quando lo fa ristabilisce con una cura che direi marziale il giusto divario fra oriente ed occidente.

Nei primi del 2010 finalmente metteremo le mani su Bayonetta, comunque, cosi vedremo se per davvero merita un voto come quello di Famitsu o se si tratterà di un voto parecchio controverso, più o meno come in occasione di Final Fantasy XII. Quello che è già chiaro è che si tratta del miglior prossimo acquisto possibile, ed anche se non sviluppato "in casa" da pure un enorme piacere vederlo griffato SEGA a fondo scatola. Sviluppato poi dagli stessi autori di capolavori come Okami e Viewtiful Joe e grandi titoli come MadWorld e God Hand, certo si tratta di una garanzia che dire affidabile è poco. Io se potessi ci farei un abbonamento con questa software house, perché riesce a tenere sveglia e rinnovare la mia grande passione verso questo sottovalutato media, estrapolandoci una profonda vena artistica.

Ecco una carrellata di titoli che hanno il merito di aver preso il massimo dei voti su Famitsu, ovvero il 40/40. Si può non essere d'accordo su tutto, ma a grandi linee ci siamo. Manca giusto qualche titolo che avrebbe certo meritato, giusto uno ShenMue, Panzer Dragon Saga o un Mario Galaxy ma ci passiamo sopra e vediamo anzi di approfondire:


THE LEGEND OF ZELDA: OCARINA OF TIME
Considerato non a caso il più bel gioco di tutti i tempi, rappresenta tutt'oggi la perfezione fatta videogioco. Probabilmente infatti, un prodotto dal valore inestimabile come questo difficilmente riapparirà mai sugli scaffali, salvo qualche remake. L'impegno profuso in fase di realizzazione da parte di una Nintendo al massimo splendore infatti, gli è valso il trionfo critico di un opera che non verrà mai più dimenticata, risultando la prima ideale attrattiva in un ideale museo sulle arti videoludiche. Gran parte del merito acquisito dal monumentale Twilight Princess per esempio, passa attraverso questo titolo epocale. MERITATO.


SOUL CALIBUR
Che Soul Blade aveva delle gran belle idee nessuno ne aveva dubbi, ma con Soul Calibur ecco arrivare la sua incarnazione definitiva! Un picchiaduro colmo di eleganza e stile, sinuoso ed elegante quanto efferato, ha dimostrato nella sua uscita esclusiva per SEGA Dreamcast una qualità sorprendente, capace di umiliare tutti i prodotti rivali fino all'uscita multipiattaforma del suo stesso seguito. Forse non era il più tecnico (Virtua Fighter) o il più alla mano (Tekken), ma con un comparto tecnico oltre i limiti ed una idea di fondo pressoché perfetta e dal forte risvolto epico, offriva pure una enorme carrellata di bonus come mai prima di allora. MERITATO.


VAGRANT STORY
Ambientare ad Ivalice (Final Fantasy Tactics) questa storia gotica fatta di intrighi e scene epiche e drammatiche, unita ad una struttura di gioco pressoché perfetta, capace di fondere insieme il tipico gameplay da JRPG con una forte componente tattica e qualche bel dungeon che non fa mai male, forse è stata una grande idea. Epocale invece è stata la regia di Matsuno, che scrive definitivamente con quest'opera il suo nome nell'Olimpo dei videogames, forse qualche gradino più in alto anche del più celebre Sakaguchi. MERITATO.


THE LEGEND OF ZELDA: THE WIND WAKER
La sorpresa è tutta nel design, infatti in pochi si aspettavano uno ZELDA in questa maniera. Probabilmente alcuni avranno anche storto il naso, in quanto si aspettavano un design più adulto e classico, ma il vantaggio di un cel-shading di questa entità e probabilmente unico: consegnare e preservare nel tempo l'ennesimo capolavoro chiamato Zelda. Se provate ad inserire ancora oggi il minidisc contenente questa perla nella console, mi darete senz'altro ragione. Le differenze però non sono solo a livello di design, infatti The Wind Waker è un opera fresca ed innovativa, vastissima e ricolma di dungeon come non mai. Una produzione forse ancor più esageratamente hardcore del celebre Ocarina, riuscendo però nell'indubbia qualità, tramite il suo aspetto, di ben figurare anche agli occhi dei videogiocatori meno esperti, trasformandoli ed educandoli al videogame. Un titolo senz'altro seminale. MERITATO.


NINTENDOGS
Non dite nulla, cerchiamo solo di capire perché Famitsu dovrebbe premiare un Tamagochi come Nintendogs: Per cominciare potrei indurvi a tornare indietro nel tempo di qualche anno, chiedendovi di dimenticare tutti i fastidi che la lineup di Wii e DS vi hanno portato.
Poi vorrei che recuperaste dalla vostra memoria le sensazioni e le emozioni di quando per la prima volta avete visto questo software. Se non avete complessi psicologici o problemi vari, vi potete cosi rendere conto perché Nintendogs meritava, secondo Famitsu al tempo, il massimo dei voti. Io ricordo di averlo visto in una demo-station all'ingresso di un centro commerciale. Non avevo ancora il Nintendo DS e Nintendogs era appena uscito. Diffidavo del DS, poiché lo reputavo inferiore concettualmente alla Sony PSP, che peraltro ancora doveva uscire. Ma dopo aver provato Nintendogs, di colpo era come se avessi capito che cosa intendeva Nintendo con la parola Touch Generations. Resta da dire comunque che qualche giochino in più potevano mettercelo dentro. PARZIALMENTE MERITATO.


FINAL FANTASY XII
Il titolo della discordia. Da molti accreditato come il "peggior Final Fantasy di sempre" in verità non è nemmeno un Final Fantasy, ma una via di mezzo fra il capolavoro Vagrant Story ed i consueti titoli della serie. Probabilmente le critiche sono state anche troppo esagerate, perché Final Fantasy XII è un kolossal di proporzioni mastodontiche, con la sola pecca di voler abbracciare troppe cose. Se infatti mutua parte del gameplay dal già citato capolavoro dello stesso Matsuno, in realtà non lo fa appieno, lasciando sguarniti chi si aspettava, dopo le prime battute iniziali, una profondità d'opera paragonabile alla sua stessa fonte d'ispirazione. Chi invece si aspettava il canonico Final Fantasy magari anche solo leggermente modificato, era invece rimasto a bocca asciutta ritrovandosi un titolo completamente stravolto e solo appena somigliante. A volte queste congiunzioni di gameplay riescono, quanto a volte purtroppo no. In questo caso il risultato positivo è solo parziale, ma in compenso il corredo al gameplay è pressoché perfetto. La trama come il design, la grafica che spreme ai limiti assoluti la PlayStation 2.. insomma, forse non sarà epocale, forse non resterà negli annali in termini esclusivamente positivi, ma che sia un grandissimo videogame è da dare per scontato. PARZIALMENTE MERITATO.


SUPER SMASH BROS BRAWL
Non capita spesso di ritrovarsi con un prodotto pressoché perfetto e non migliorabile. La scorsa generazione mi era successo giusto con F-Zero GX e pochi altri. In questa invece, l'esempio più fulgido del non-plus-ultra è certamente SSBB, in quanto si tratta esclusivamente di un videogame capace di sfruttare al massimo l'originale concetto creato ai tempi del Nintendo 64. Forse volendo essere pignoli, possiamo dire che non tutti i personaggi in game sono bilanciati fra loro, ma è davvero un inezia al confronto di un titolo capace di rappresentare il punto massimo del suo genere, sia per qualità che per quantità. MERITATO.


METAL GEAR SOLID 4 GUNS OF THE PATRIOTS
Attenzione! Chi scrive queste righe è un grande fan di Metal Gear Solid, quindi ovviamente non può che trovarsi d'accordo eheh! Scherzi a parte, bisogna invece spendere una critica per questo MGS4, perché si tratta di un passo indietro, in termini di gameplay e durata, rispetto ai predecessori. Se MGS3 aveva esasperato il concetto di stealth game, risultando cosi per la prima volta ampiamente meritevole del sottotitolo "Tactical Espionage Action", sta invece a MGS2 il punto di contatto diretto con questo quarto capitolo. Rispetto però al secondo episodio, più melenso ma anche più profondo, questa quarta incarnazione si trasforma in una produzione estremamente più spettacolare, capace di emozionare quasi più per i suoi filmati che per il gioco in se. Per questi motivi, pur meritandosi appieno lo status di miglior prodotto di questa generazione su PS3, ad un confronto storico sembra invece rivelarsi, nella parte ludica, il peggior Metal Gear di sempre. Ma se vogliamo vedere il videogioco come mezzo artistico ed espressivo, privo di categorie e rigide regole che di solito portano a molto poco, questo è quanto di meglio la nuova concezione di videogame possa mai offrire, chiudendo però un occhio sul concetto di videogame vero e proprio. PARZIALMENTE MERITATO.


428: Fūsa Sareta Shibuya de
Avrei dovuto nascere in Giappone, lo so.. me lo ripeto dall'1985 quando guardavo i cartoni animati alla tv. Un genere molto diffuso e molto apprezzato infatti in oriente sono le visual novel, una sorta di fumetto/fotoromanzo interattivo sviluppato spesso con attori professionisti o disegnatori d'eccezione, ma sempre con sceneggiature di primo livello. Il più clamoroso successo in termini critici lo ha ricevuto questo "428", sviluppato da Chunsoft, una software house parecchio vicina alla più celebre Enix con il quale in passato spesso ha cooperato. Vista la natura prettamente letteraria di questo titolo, viene impossibile a noi Europei giudicarlo, in mancanza di una release occidentale perlomeno in lingua inglese. NON VALUTABILE.


DRAGON QUEST IX
Ancora inedito dalle nostre parti, si sa comunque ben poco riguardo la trama e la sceneggiatura del gioco, come anche per l'eventuale successo creativo. Quello che però è molto chiaro è come Square Enix sia riuscita nell'impossibile, trasportando su Nintendo DS l'ultimo episodio della serie di JRPG per eccellenza, il tutto con una qualità che spreme a fondo la piccola console Nintendo come le nostre ghiandole salivari europee. Sperando in una completa localizzazione, possiamo per ora lasciarci ad un laconico "ma quando esce?" NON VALUTABILE.


MONSTER HUNTER 3
Si dice che Monster Hunter lo si ama oppure lo si odia. La verità è che si tratta di un prodotto encomiabile, creato da Capcom aggrappandosi a dei concetti ludici piuttosto chiari in Giappone, che perfezionati hanno dato vita ad una serie di successo capace di vender bene anche in occidente. Non sono un estimatore di questi prodotti francamente, ma devo dire che la qualità di realizzazione è chiaramente evidente, al punto che sistematicamente mi spinge a provare e riprovare ancora a farmeli piacere. Ancora una volta ci riproverò con la release europea di questo titolo, rimandata ad un vago "2010". NON VALUTABILE.

(danleroi)

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