giovedì 8 ottobre 2009

Boicottando la PSP GO!


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Con la PSP GO! ormai ufficialmente in vendita da qualche giorno, non si sono ancora stemperate le polemiche, ma anzi, oggi entrano in gioco anche quelli di Mediamarket, ovvero i proprietari delle catene Saturn e Mediaworld. A quanto pare infatti, dopo Shop To (Regno Unito) e NedGame (Paesi Bassi) ed EB Games (Australia), anche l'azienda italiana ha annunciato che vieterà la vendita del nuovo portatile di Sony presso i suoi punti vendita, creando cosi un buco di distribuzione nel nostro territorio notevole, in quanto proprio Mediaworld risulta il primo venditore nazionale, raggiungendo il 22% circa della distribuzione complessiva, cifra ben al di sopra anche del concorrente Gamestop, che comunque pur senza dichiarazioni ufficiali, non ha minimamente pubblicizzato o quasi l'arrivo della nuova console. Sembra uno scenario fantascientifico, che quasi ricorda il blocco al Gamecube avuto nella scorsa generazione (anche se per cause differenti, questioni di scarso successo commerciale).

Questa però è anche la triste dimostrazione del potere che gli esercenti vogliono rivendicare sull'industria dei videogames, che sente sempre più il bisogno di affidarsi al digital delivering per incrementare i guadagni, a fronte di spese per lo sviluppo dei vari titoli sempre più abissali. Vediamo quindi di approfondire la questione, partendo ovviamente dall'inizio:



Tornando indietro..

Quando PSP GO! fu annunciata a sorpresa in questo E3, in pochi pensavano che a breve la distribuzione nelle varie catene dei negozi sarebbe stata boicottata. Da anni d'altronde, il videogiocatore informato sa bene che il giorno in cui il Digital Delivering (DD) avrebbe preso piede, gradualmente sarebbe stato costretto ad abbandonare la sua collezione di videogame impilati con amore sullo scaffale, per sostituirli con dei tristi download. Ovviamente questo aspetto non può certo fare felice qualcuno, se non fosse che da sempre si è anche parlato di prezzi bassi, di videogame tagliati nelle spese grazie al risparmio sulla distribuzione e sui supporti.

Questa situazione sarebbe stata accettata dai rivenditori, se non fosse per il fatto che, sorpresa, PSP GO! non ha alcuna unità di lettura dischi, rendendo di fatto invendibili i videogame retail, quelli dove solitamente le compagnie ci ricavano maggiormente. Con la nuova console quindi, Sony sostanzialmente vuole tagliare i ponti con la distribuzione canonica, rifornendo lei stessa i giochi tramite PlayStation Network, per un guadagno a tutti gli effetti netto sul prodotto in vendita.


Questione di dimensioni..

Vista la dimensione dei singoli giochi, il DD ha interessato finora solo i piccoli-medi download, relegando quelli maggiori in un angolino, proprio per i diversi limiti che l'utenza incontrerebbe a scaricare dimensioni maggiori. Su console però Microsoft ha preparato per il download diversi giochi Xbox 360, anche se forse la strada giusta l'ha trovata Fable 2, venduto suddiviso ad episodi, con il primo gratuito per provare. Nel campo delle console portatili le cose ovviamente sono più semplici, visto che raramente le dimensioni sono un problema. Collegare a internet la PSP e scaricare un gioco di un Gigabyte è qualcosa di più veloce che uscire per i negozi alla ricerca del gioco o della offerta giusta. La reperibilità costante dei titoli nello store poi eliminerebbe il problema del sold out, e permetterebbe delle analisi di mercato più preise, cosa che assolutamente interessa alle varie software house. Quindi era naturale che prima o poi sarebbero state proprio le console portatili a portare la novità di una console dedicata esclusivamente al digital delivering. Questione di dimensioni più che di richiesta.


Quanto conviene?

La mancanza del supporto disco proprio non piace a chi di questi supporti ci campa, quindi se sono già cominciate le prime rappresaglie di alcune grandi catene, per le altre potete notare come non esistano o quasi promozioni inneggianti a PSP GO!, al massimo pubblicizzata con qualche cartello o vetrina. Eppure l'idea di Sony, presa a piè mani dal successo commerciale dei prodotti Apple e del suo iTunes, non è affatto da scartare, perché anche se il Digital Delivering probabilmente farà fallire le varie sezioni videogames nei negozi (che si limiteranno alla sola vendita hardware) in compenso le case di sviluppo potranno avere finalmente maggiori introiti, necessari a sviluppare videogames migliori. Chiunque può cosi acquistare un videogame previa connessione ad internet (altro grosso limite) evitando quindi i disagi di uno lungo spostamento se si abita in zone poco rifornite di negozi. Resta però una forte negatività, che delude e divide i videogiocatori odierni, che non solo si vedono depredare della collezione ma anche della rivendita come usato. Per non finire poi in un vicolo cieco recato dai prezzi ancora troppo alti del software, che porta l'utente medio piuttosto a tenersi anche la console vecchia ma non perdere un benefit che trattiene a se dall'alba dei tempi dello stesso settore.


L'idea naque..

Sembra che questa idea nacque in fase di progettazione di PSP, dove alcuni ingegneri di Sony Computer Entertainment avevano avanzato l'ipotesi di un sistema chiuso, privo di lettore disco. Ma i tempi (2004) erano davvero troppo acerbi sopratutto per Sony stessa, ancora molto indietro sulla questione online legata a PlayStation. Questa idea però è rispuntata mesi fa nuovamente fuori dalle parole di Howard Stringer, CEO di SCEE che reo-confesso asseriva di essere dispiaciuto di non aver reso il sistema dello store vario ed interessante come quello di iTunes. Quella dichiarazione sostanzialmente era un annuncio da leggere fra le righe. Infatti nemmeno due mesi dopo, in un folgorante E3 losangelino, ecco l'annuncio che ha cosi meravigliato ed allo stesso tempo disturbato molte persone: la nuova PSP GO!


Da che parte stare?

Questa situazione ha diviso anche il pubblico, trovando molte critiche specialmente dal tipico videogiocatore tradizionalista, che si dichiara fortemente oppositore a questa concezione, specie se i prezzi di download non offriranno chissà che ribassi. D'altronde come si fa a biasimarli, anzi, mi metto di mezzo e dico come si fa a biasimarci!? In casa con orgoglio sfoggiamo sempre la nostra collezione agli amici, di cui nel nostro piccolo ci sentiamo fieri, eppoi molti videogiocatori sono tali grazie proprio all'usato. Si sa, i videogiochi costano cari, e non si può pensare che le varie software house possano rivendere uno stesso titolo allo stesso prezzo della versione su disco. Settanta euro sono tanti, e la consapevolezza di non potere rivendere, restituire o prestare il gioco una volta terminato abbassa senz'altro le possibilità di acquisto del medesimo. Ovviamente queste persone si contrappongono ad altre che accettano di buon grado questa nuova soluzione adottata da Sony, che non per niente ha puntato a far leva proprio su questa gente "sensibile" alle produzioni hi-tech. Lo si può notare pure dal prezzo di vendita, considerabile "di fascia alta" e ben poco conveniente. Infatti a quasi cento euro di meno è possibile trovare il modello precedente, con meno memoria è vero, ma compatibile con i supporti, per reperire centinaia di giochi ai prezzi minimi dell'usato. Poi a quasi cinquanta euri di più abbiamo addirittura l'ammiraglia PlayStation 3, dubito fortemente che nel caso di un acquisto solo si possa rimanere indecisi! Però schierarsi contro Sony quanto è davvero giusto? Possiamo accettare che chi crea i nostri amati videogiochi debba venire tenuta in scacco dagli odiosi rivenditori, che con proteste e minacce hanno costretto Sony a rilasciare i suoi giochi su Psn a prezzo pieno?


Questioni loro, al consumatore che ci frega?


Interessa eccome! Se i prezzi di Sony nel suo Store non sono inferiori a quelli retail, ovviamente non conviene! Se acquisto un gioco dal rivenditore ho un guadagno maggiore non solo sul materiale ma anche sulle potenzialità d'acquisto, cose che tramite download non avrei mai. Quindi sostanzialmente se compro un gioco dal rivenditore acquisto nello stesso tempo una scatola, un manuale, il supporto, eventuali gadget, la possibilità di rivenderlo, la possibilità di scambiarlo e di prestarlo. Bella fregatura quindi la PSP GO! sotto questi aspetti. A questo punto Sony deve prendere un po' di coraggio, abbassare tutti i prezzi sullo store ed andare incontro a l'ira dei rivenditori. Altrimenti stando di mezzo, tra un azione compiuta ed una ritirata, l'esito è quantomai negativo, inutile e dispendioso, oltre che un leggero sapore di presa per i fondelli.


Mercati a rischio..

Proprio il mercato dell'usato però è quello più a rischio: infatti intere catene di negozi specializzati si sostentano prettamente in base a questo, poiché creando personalmente nei loro prezzi una scala di valutazione e di vendita, riescono a calibrare una percentuale di guadagno minimo necessario a continuare l'attività. Di questo guadagno però sono all'asciutto i produttori dei videogame, che nell'usato da sempre trovano una forma di rivalità capace di minare le vendite del nuovo. Se entrando in un Gamestop vi meravigliate dei prezzi altissimi dell'usato è tutto ovviamente figlio di eventuali accordi del distributore con i vertici dell'azienda, creando cosi una scaletta di prezzi da diluire nel tempo ed evitare che un titolo sia venduto a metà prezzo o giù di li poco dopo la release ufficiale, distogliendo l'interesse di acquistare il nuovo al cliente. Con PSP GO! Sony degna delle più astute volpi propone quindi di vendere un prodotto dal prezzo già di suo alto, che nega al rivenditore completamente il guadagno dal software sia nuovo che usato. Onestamente fossi un rivenditore la boicotterei anche io, visto che non avrei ragione di aiutare la Sony a fregarmi.


Ma sbaglio o ci sono le carte prepagate?

In rete gira la voce che il rivenditore potrebbe rimpiazzare i mancati introiti in negozio con le carte prepagate, che ora con PSP GO! diventeranno estremamente più utili di prima (che non c'erano). Ora io non credo che realmente i negozianti possano tramite carte prepagate riaversi dai mancati guadagni, anche perchè la vendita di PSP GO! non esclude mica quelle delle prepagate, che risulteranno utili anche per i possessori di PS3. Poi se vogliamo, anche se il nuovo sistema è in grado d'incrementare nella vendita queste card, quanti non ci preferiranno la classica soluzione con postepay o carta di credito? D'altronde se PSP GO! è una console che vuole premiare l'immediatezza nell'ottenere un videogame, senza ricorrere al negozio, è quanto mai stupido pensare che poi il cliente ci si debba recare ugualmente per acquistare delle cappero di carte prepagate. Quindi i guadagni per il Mediaworld di turno sarebbero minimi, ma assoggettabili a quelli di un iPod o giù di li.


Considerazioni

Il vero guadagno dei negozi che trattano i videogame è assolutamente basato sul software e non sull'hardware, acquisito a margine ristretto secondo i vari accordi commerciali. Il Digital Delivering di PSP GO! va a prendere proprio quei guadagni, normale poi che i negozianti boicottino tale console. La vera presa per i fondelli però sono i prezzi altissimi, che sono praticamente gli stessi di un gioco retail. Sony è normale che vuole spingere per il digital delivering, perchè sanno bene che se tagliano fuori il commerciante e il distributore incassano parecchio di più. Infine il videogiocatore, che spende soldi per comprare un bene astratto e non rivendibile. Si tratta quindi a tutti gli effetti di un noleggio a tempo indeterminato, poiché perde la proprietà fisica sull'oggetto. In un industria dai costi sempre più alti, i produttori si vogliono tutelare nel miglior modo possibile. Il consumatore e gli esercenti si possono solo adeguare, o al massimo instaurare una rivoluzione dal basso come stanno appunto facendo. Se invece un domani il produttore in questione decide improvvisamente di rendere conveniente la sua offerta. In questo caso avverrebbe un capovolgimento di fronte, con gli esercenti che ancora più indemoniati rappresenterebbero il giusto male da estirpare.


(danleroi)

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