martedì 18 agosto 2009

Oscura Simmetria: La Maitresse

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LA MAITRESSE

Uno sfortunato cantastorie ha composto una novella, forse reale, forse immaginaria.
Storie nascoste sotto un cumulo di terra;
ignari fantasmi senza pace costretti a vagare nel nulla per l’eternità.
Lacrime d’amara verità che sgorgano dagli occhi di una statua ormai decrepita.

Spesse mura impediscono di vedere a chi occhi non ne ha,
come urla soffocate di bambini innocenti, tenuti prigionieri in uno spazio angusto;
la mente si arricchisce di nuove maschere inespressive;
ma nel cuore di quello stupido bardo, il sentiero è ben delineato.

Il suo racconto questa volta non narra di mostri leggendari o di uomini straordinari;
il suo pensiero giace bensì altrove; immensi archi di luce fatua lo sovrastano;
egli questa sera sta leggendo dentro te, questa volta smetterai i panni del carnefice;
di fronte lo specchio dell’anima non potrai più mentire.

Le mura si stanno sgretolando, poco alla volta cadranno a pezzi
Le stesse mura che hai concepito e ricoperto con la placenta della menzogna;
le fessure si stanno allargando, adesso riuscirà a vedere dentro te.
Questa storia firmerà il tuo testamento.

Sta distruggendo le tue fondamenta, come un maligno tumore che ti divora dall’interno;
è lenta la discesa all’inferno, ma è l’unico modo per poterla assaporare appieno;
ti brucerai con il medesimo fuoco con cui hai tanto adorato giocare;
le parole dell’insulso poeta si insinueranno nelle tue costole come un morbo letale.

Le mura del peccato sono ormai ridotte a sporadici frammenti;
si intravede una grossa stanza luminosa senza porte ne finestre;
nessun appiglio su cui rifugiarsi, nessun dito dietro cui nascondersi;
la sua storia narrerà la tua disfatta; è un moto che non potrai arrestare.

Hai lavorato duro sino ad ora, hai scelto la tua porzione di mondo,
hai tessuto la tua sottile trama, come un vorace ragno in cerca della sua preda;
ma sei rimasto avviluppato nella tua stessa ragnatela;
l’ingordigia ti ha reso schiavo di te stesso, ora resterai ad osservare il predatore che verrà in caccia del tuo cuore.

Nella tua dolce fiaba dal finale preimpostato hai sbagliato la scelta dei personaggi;
nella tua banale equazione non hai calcolato il valore dell’incognita;
questa volta non ci sarà alcun “vissero felici e contenti”;
il triste narratore ha in serbo per te la sua migliore novella.

Hai serrato la verità sotto centinaia di porte sigillate, ma tutto ciò non servirà ad alcunché;
essa un giorno risalirà dagli abissi in cui è stata relegata, e porterà con se il gusto della vendetta;
verrà a bussare alla tua porta,
e quando aprirai, osserverai l’immagine più orribile che tu abbia mai visto.

Essa sarà accompagnata dalle tristi note di un empio requiem;
ascolta la musica scelta dal dio dell’inferno per celebrare questo evento;
le tue gesta saranno immortalate come hai sempre desiderato;
le sapienti dita dell’invero creatore porteranno nuova luce in questo cono d’oscurità.

Queste saranno le vicende descritte dall’imponderabile autore;
funeste figure irrorate dal flebile fiotto del proprio stesso sangue;
quel sangue che ha macchiato indelebilmente le tue mani;
quelle mani che han posto la corona dorata sul capo ossuto del Re Menzogna.

L’odore del denaro, l’orgasmo del potere;
un abito di dimensioni troppo grandi, uno scettro matronale;
generale indomito di una colonna di formiche;
hai combattuto una guerra con un esercito di soldatini;
uno per uno sono stati annientati;

Il solitario cantore ne conserva ancor gli scalpi;
mancan il Re ed i suoi giullari alla collezione;
fuggi in tempo, prima che egli possa azzannare il tuo collo;
fuggi via, prima ch’ egli possa infettarti del suo sangue impuro;
ce n’est pas Madame?

Mostra a lui il tuo sguardo;
succhia la sua rabbia, percuoti il suo destriero,
inietta nelle tue vene le sue cellule seminali,
urla, piangi, grida, maledici la sua sorte,
ma lascia che ti abbagli con la sua purezza;
succhia, succhia la sua ira, accarezza il suo puledro,
lascia che ti mostri il suo oscuro splendore.


(HUMAN WASTE)

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